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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2011 alle ore 15:45.

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A prima vista la macchina burocratica sembrerebbe il contesto ideale per l'informatizzazione. L'introduzione di tecnologie via via più evolute all'interno della pubblica amministrazione invece è avvenuto con ritardo rispetto al settore privato. E ciò per una ragione molto semplice. Le aziende private hanno investito molte risorse nell'informatica e nella formazione del personale, perché i recuperi di efficienza e la riduzione dei costi dovuti ai processi "paperless" si traducono in una maggiore redditività.

La spinta in questa direzione deriva, in ultima analisi, dallo stesso contesto concorrenziale in cui operano le imprese.
Nel mondo delle pubbliche amministrazioni, invece, dove mancano questi stimoli, l'innovazione tecnologica è vista in molti casi come un fastidio: sconvolge prassi consolidate, richiede un aggiornamento continuo, non produce benefici diretti per gli addetti agli uffici. Le inefficienze e l'arretratezza della Pa si riverberano infatti quasi solo all'esterno e cioè sui cittadini, gli utenti e le imprese.

Così, per esempio, l'incapacità delle amministrazioni di scambiare in tempi reali dati e informazioni comporta ancor oggi la necessità da parte dei privati di procurarsi innumerevoli certificati e attestazioni cartacee da produrre presso gli uffici. Inoltre i cospicui investimenti in informatica sono stati spesso effettuati dalle amministrazioni ciascuna per conto suo, piuttosto che all'interno di un progetto unitario. Qualche passo è stato compiuto nella giusta direzione nel corso degli anni, per esempio, con il Piano e-government 2012 varato tre anni fa dal ministero per la Pubblica amministrazione e l'innovazione. Ma anche in questo caso l'attuazione del piano si scontra con difficoltà e resistenze.


Infine, potrebbe esserci anche qualche altra ragione inconfessabile per il ritardo. Per esempio, il cosiddetto eProcurement, cioè i sistemi di approvvigionamento elettronico di beni standardizzati da parte delle pubbliche amministrazione, rendono le procedure di gara molto più trasparenti e meno manipolabili, rispetto ai vecchi sistemi cartacei. Inoltre, la digitalizzazione può servire anche come strumento di controllo sulle attività svolte dal personale. Si spiegano così molte resistenza. Tuttavia in questa fase di tagli alle risorse destinate alle pubbliche amministrazione, la digitalizzazione comincia forse a essere percepita come un passaggio obbligato. E ciò potrebbe aprire uno spiraglio di luce.

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