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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2011 alle ore 16:12.
Prima le lampadine, poi i televisori e ora l'"elettronica di consumo" per la salute. Frans Van Houten cambierà definitivamente il volto di Philips. Nulla di azzardato e violento, l'uomo "nuovo" dell'ultimo gigante europeo di tecnologia consumer ha fatto capire che lavorerà di fino, sposterà risorse sui settori a più alta innovazione, andrà sui mercati emergenti e valorizzerà il proprio portafoglio composta da 76mila brevetti. Per semplificare, la visione del nuovo ceo entrato in aprile nel gruppo di Amsterdam è quella di smetterla di accanirsi sull'elettronica dei grandi volumi e bassi margini per concentrarsi sui led, sui sistemi di illuminazione avanzata ma soprattutto sull'healthcare.
Da qui la scelta di accettare la joint venture con i cinesi di Tpv per i televisori. Un settore divenuto talmente competitivo da indurre Philips ad allearsi con un gigante della manifattura per competere con Samsung e Lg.
Parallelamente la decisione di investire nell'healthcare, in soluzioni per la salute e quindi in un settore ad alto tasso di innovazione ed alti margini.
La declinazione di Philips delle tecnologie per la salute è una sorta di elettronica di consumo sanitaria. Oggetti per la cura e il benessere della persona ma anche strumenti diagnostici per la mamma e il bambino, soluzioni per il decorso ospedaliero e post-ospedaliero e prodotti per monitorarsi durante la vecchiaia.
A Eindhoven, città Natale di Philips, dentro l'Evoluon Center una stramba architettura a forma di disco volante anni Ottanta (quelli di Goldrake per intenderci) c'era davvero un po' di tutto nel giorno di celebrazione per i 120 anni di vita. Dalla tecnologia HIFU (High Intensity Focused Ultrasound) per il trattamento di alcune forme tumorali e fibroni ai laser per la pelle con effetti anti-invecchiamento. Progetti sperimentali in attesa delle previste autorizzazioni per entrare negli ospedali accanto ad applicazioni per smartphone come Caregiver app, realizzata in collaborazione con Lifeline un provider Usa di servizi per l'emergenza medica. «Nel 2050 – hanno spiegato i manager di Philips – si stimeranno circa 6 miliardi di ultrasessantenni nel mondo.
Dobbiamo fornire loro strumenti per non farli sentire soli anche quando si trovano in difficoltà». Stesso discorso per i bambini e le mamme. Si va dalla "coperta" per i trattamenti di fototerapia dell'ittero prenatale alla luce blu del Led usata per attivare la produzione di monossido di azoto e quindi alleviare i dolori muscolari di schiena, zona lombare, scapole e cervicale. Dal Vital Signs, un sistema per monitorare su tablet attraverso una normale videocamera i parametro vitale (battito cardiaco e respiro) in tempo reale di una persona semplicemente inquadrandola a un defribillatore domestico e portatile. Questa idea di sanità-consumer non è priva di rischi. Soprattutto in un momento come l'attuale dove la pubblica amministrazione e i governi stanno drasticamente tagliando gli investimenti sulla sanità. Paradossalmente, ed è questa la scommessa, è proprio su queste scelte che conta Philips: un fai-da-te capace di far risparmiare il Welfare pubblico.
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