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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2011 alle ore 14:39.
"La questione interessante è se le strutture cerebrali cambiano nel tempo: sarà utile per capire se internet sta modificando il nostro cervello": è la considerazione di un ricercatore dello University College di Londra, Ryota Kanai, sui risultati dello studio appena pubblicato dal suo gruppo. Hanno analizzato attraverso risonanze magnetiche (Mri) i cervelli di 125 studenti: è un'indagine di neuroimaging che permette una sorta di fotografia non invasiva.
Poi hanno osservato le loro relazioni su Facebook: in media hanno riscontrato 300 contatti nelle reti sociali online dei partecipanti allo studio, con picchi di mille connessioni. È emersa una correlazione statisticamente significativa tra il numero di amici nel social network e la densità di materia grigia in quattro regioni del cervello: amigdala, solco temporale destro superiore, giro temporale medio di sinistra, corteccia entorinale destra.
Troppo poco per annunciare esiti definitivi, ma è sufficiente per intraprendere ulteriori ricerche in modo da trovare una risposta agli interrogativi sull'influenza delle tecnologie. Soprattutto, secondo lo studio non esistono correlazioni con altre aree come le regioni frontoparietali, associate con funzioni cognitive complesse per le interazioni nella vita sociale, anche attraverso i neuroni specchio, scoperti dal team di Giacomo Rizzolatti dell'università di Pavia.
Ma i ricercatori sono cauti: sottolineano che hanno utilizzato criteri piuttosto restrittivi per l'analisi dei dati. Per il gruppo dello University College di Londra, quindi, si tratta di un primo passo che consente di delimitare il perimetro di indagine a quattro aree per capire se esista una relazione causale diretta tra l'ampiezza della rete sociale di una persona su Facebook e la densità di materia grigia.
Lo studio ha segnalato anche un'associazione tra l'amigdala e il numero di connessioni nella vita quotidiana: in particolare, sono più frequenti le correlazioni con la rete di amici rispetto al network online. Inoltre hanno riscontrato, come già accaduto in altri casi, che l'estensione delle cerchie di amicizie reali aiuta a prevedere il numero di amici su Facebook. È di pochi mesi fa il dibattito lanciato da Nicholas Carr, autore di "The shallows": semplificando, nel suo libro si chiede quali sono le conseguenze di internet sui comportamenti umani, a partire per esempio dal "multitasking", l'abilità di gestire più operazioni contemporaneamente. Ha sollevato subito un'ondata di commenti. E la discussione è ancora aperta.
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