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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2011 alle ore 18:09.

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Tre idee e solo un'ora a disposizione per convincere nientedimeno del direttore creativo della Pixar, John Alan Lasseter. Sessantaminuti di tensione e attese. Ma funziona così per tutti. 'La Luna' il cortometraggio di animazione dell'italiano Enrico Casarosa è nato in quella stanza a Emerville, in California, dove hanno sede gli Studios della Pixar. «C'era pure Ed Catmull (presidente della Walt Disney Animation Studios ndr) - ricorda il regista genovese -. Non è stato facile, quando apri quella porta hai a disposizione solo tre pallottole da sparare. Se va bene una di queste diventa un corto».

Ed è andata bene. In anteprima a ViewConference - la conferenza internazionale di computer grafica che si svolgerà a Torino dal 25 al 28 ottobre - il corto sarà nei cinema a giugno insieme al lungometraggio Pixar-Disney dal titolo 'Brave'. «Ricordo le prove con mia moglie - racconta - davanti agli amici.

Avevo preparato una trentina di illustrazioni, è stato uno specie di spettacolino perché quella che 'vendi' in fondo è una storia e vuoi che sia divertente. A mia moglie è venuta poi l'idea di fabbricare un pupazzetto di stoffa per una delle tre proposte. A me quella di farlo venir fuori da sotto il tavolo proprio davanti a Lasseter. Hanno riso tutti».

Il 'giochino' col pupazzo è stato divertente ma è passato il soggetto che poi ha dato origine alla 'La Luna'. Si racconta la storia di un bambino in barca con il nonno e il papà. Qualcosa accade quando dal mare una bellissima e immensa luna illumina le acque. «Qui alla Pixar ‐ spiega ‐ chiedono sempre di metterci qualcosa di molto personale. Anche se sono film di animazione, come ripete sempre Lasseter, devono avere un cuore». Il cuore di 'La Luna' è il rapporto del nonno con il padre e del padre con il figlio. Un mini-romanzo di formazione che ha radici nell'infanzia genovese di Casarosa, nel Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry e nei racconti di Italo Calvino dedicati alla luna. «Poi - ammette - deve aver contato molto il sapore mediterraneo del racconto. Lui (John Lasseter, ndr) ha un istinto che dicono infallibile nell'individuare la storia giusta per ogni regista. Mi ha infatti spronato a tirar fuori il più possibile dai ricordi di casa mia. Anche a livello musicale la scelta è caduta su autori italiani come Roberto Murolo Nino Rota, e così via». Dopo 'La Luna' Casarosa ricoprirà il ruolo di head of story insieme al regista di 'Up' Pete Docter. «In pratica sono diventato il coordinatore degli story artist, mestiere che avevo già fatto prima di diventare regista». Di formazione Casarosa nasce illustratore. Un anno a Milano allo Ied (Istituto europeo di design) poi il biglietto per New York per entrare nella School of Visual Arts e finalmente riesce a mettere il piede in uno studio di produzione.

La sua carriera, come anche quella dei non pochi artisti italiani che sono riusciti a entrare nelle grandi cattedrali dell'animazione, è segnata da bozzetti, schizzi, disegni inviati anche via mail. «Il mio è stato un percorso particolarmente tortuoso. Non ho finito una scuola - confessa - ma ho continuato a lavorare al mio portafoglio.

Quel che ho capito è che questo è un mondo tutto sommato piccolo. Dove contano moltissimo le emozioni che riesci a esprimere e, come li chiamo io, gli scienziati che sanno produrre i software capaci di muovere i disegni». Quello descritto dal regista italiano è un micro-universo di professionisti che si ritrova a lavorare a un film per pochi mesi per poi perdersi di vista.

Casarosa ha lavorato al primo 'Cars' (il secondo capitolo sarà in 3D in Blu-ray e dvd il prossimo 3 novembre) all''Era Glaciale' poi a 'Ratatouille' («cercavano una sensibilità europea») e 'Up'. Da una decina di mesi sta lavorando a un soggetto 'nuovo' che racconta di dinosauri. La storia è top secret. Per ora.

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