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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2012 alle ore 18:35.

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Immaginate di fotografare un muro imbrattato dalla vernice: l'immagine arriva in una bacheca su internet dove altri cittadini possono commentare, formulare soluzioni attraverso una discussione e applicarle. È un punto di partenza per aprire un luogo di conversazione attivo tra il vicinato all'interno di un quartiere o in un paese. E abilita processi spontanei per affrontare problemi locali. Sono "smart communities", gruppi di cittadini che attraverso il web possono collaborare in uno spazio condiviso, come se fosse una piazza pubblica dove ognuno può indicare un argomento e ascoltare l'opinione degli altri.

La conversazione online aiuta, ad esempio, a esplicitare quali sono le questioni più rilevanti sul territorio e cercare modalità condivise per gestirle. Tra i primi a descrivere il comportamento delle community online è stato Howard Rheingold, docente negli atenei di Berkeley e Stanford, nel suo "Smart mobs" del 2002, un libro pionieristico nell'esplorazione delle reti sociali su internet. Di recente l'università Mit di Boston ha aperto un centro di ricerca sui civic media. Le discussioni in corso tra cittadini sono frammentate in tanti luoghi online, come i social network: nelle loro bacheche ospitano comitati di quartiere e altri attori delle politiche locali. Mancano, però, spazi dove ricostruire l'intero dibattito e monitorare cosa avviene in tempo reale su internet.

In Gran Bretagna è operativo il progetto di FixMyStreet: gli abitanti scattano fotografie sul territorio locale e possono pubblicarle in una pagina digitale. È il punto di partenza per collaborare nella ricerca di risposte e attivare le risorse disponibili nel territorio. Che abilita una "smart community". New York Digital City, invece, è la piattaforma voluta dal sindaco Michael Bloomberg: attraverso i social network come Facebook e twitter i cittadini si scambiano opinioni e consigli in tempo reale. Durante l'uragano Katrina, ad esempio, hanno costruito una rete di solidarietà in alcuni quartieri per affrontare le emergenze e danni causati dal maltempo.

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