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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2012 alle ore 16:14.

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Marcus Du SautoyMarcus Du Sautoy

Marcus du Sautoy è un uomo con una missione ben precisa: diffondere la conoscenza della matematica. Il momento è propizio, secondo questo docente dell'Universitá di Oxford, perché, spiega, «la matematica ora è ovunque. È il linguaggio della scienza e della natura ma anche il linguaggio di internet». In quest'epoca di Big Data, solo i matematici sono in grado di decifrare i miliardi di dati che ci bombardano ed estrarre da loro un senso, trovando la pepita d'oro nella montagna di informazioni che ogni giorno cresce.

«Altro che banchieri, nel Ventunesimo secolo saranno i matematici i nuovi padroni dell'Universo – afferma du Sautoy in un'intervista a Londra –. Solo i matematici possono prendere una sequenza di dati che sembra del tutto casuale e caotica e trovare una struttura, individuare un pattern, scovare il significato nei numeri». Il professore, che ha anche scritto diversi libri e presentato programmi televisivi alla Bbc, si autodefinisce un ambasciatore nella terra per molti aliena della scienza e della matematica. Chi lo ascolta trova un matematico che ha la rara dote di riuscire a spiegare con le parole la sua ossessione per i numeri. Il mondo è caotico, dice, ma basta tradurlo in numeri e forme ed ecco che acquista un senso compiuto, perché emergono le sequenze e affiorano gli schemi.

Nel mondo di oggi non capire è un rischio troppo grande: «Basta pensare alla crisi finanziaria: i mercati sono crollati perché troppe persone hanno preso decisioni senza comprendere la matematica del rischio, hanno usato strumenti senza avere le conoscenze per comprendere i dati. I consigli di amministrazione delle grandi banche hanno totalmente delegato la responsabilità a poche persone senza neanche tentare di capire i meccanismi e gli strumenti che queste persone gestivano. Non a caso gli hedge fund di grande successo sono quelli che comprendono i modelli e sanno gestire il profilo di rischio». Il bello della matematica infatti, afferma du Sautoy, è che contrariamente a quanto si crede non si occupa solo di certezze, insegna a conoscere i propri limiti e a evitare quindi gli errori: «La matematica è in grado di gestire le incertezze e riesce a farti rendere conto di quando non è possibile sapere, permette di individuare i falsi significati o di scoprire se quello che sembrava un pattern ricorrente in realtà è illusorio. Per questo non bastano i computer, che non sono abbastanza intelligenti, ma ci vuole ancora la mente umana».

È questa, secondo lui, la ragione per cui l'ascesa dell'India e della Cina è inesorabile: «Sia a livello di Governi che di imprese e banche in Asia c'è un'assoluta comprensione dell'importanza di una conoscenza della matematica a tutti i livelli, e un grosso sforzo comune per promuovere lo studio approfondito di questa materia. In Europa troppo spesso si fa l'errore di pensare che la matematica sia un'astrazione che non ha un impatto diretto sul business. Guardiamo Google, il cui motore di ricerca funziona solo grazie a meravigliosi algoritmi. Magari erano stati creati da matematici solo per la gioia di crearli, ma poi hanno trovato un'applicazione pratica essenziale. È la matematica che protegge le nostre transazioni elettroniche e che rende sicure le nostre carte di credito. La matematica è ovunque. Io la studio perché voglio capire le verità eterne sull'universo, sono convinto che ci sia un modello matematico che regola il mondo e che prima o poi lo scopriremo. Nel frattempo peró seguo le innumerevoli applicazioni della matematica nella realtà quotidiana: non c'è alcuna incompatibilità tra teoria e pratica».

Le opportunità che Big Data offre, secondo du Sautoy, possono essere colte dalle piccole così come dalle grandi imprese, a patto che abbiano un matematico nel personale: «È importante pensare in grande anche se si è di piccole dimensioni e non affidarsi a quello che fanno gli altri ma cercare una propria strada. Esistono software che schiudono la porta e permette di navigare il mare dei dati, basta avere un computer potente e una sola persona in grado di utilizzarli (si veda articoo a fianco, ndr). Una piccola impresa con una persona in gamba puó individuare il pattern nei dati, scoprire qualcosa che tante grandi imprese magari non hanno visto e sfruttarlo per avere successo sul mercato. Il lavoro di data scientist sará il piú richiesto dalle imprese in assoluto, perché si tratta di un ruolo che sará sempre piú cruciale. Lo si vede giá adesso, banche e imprese in Gran Bretagna e non solo sono a caccia di matematici e non ce ne sono abbastanza quindi spesso devono reclutarli in India o in Cina. Per fortuna sta salendo il numero di giovani che si iscrivono a questa facoltà, che è uno degli obiettivi che mi ero prefissato».

Secondo du Sautoy l'Italia parte avvantaggiata rispetto alla Gran Bretagna: «Non c'è quella netta cesura tra arti e scienze che c'è da noi, e per questo è uno dei miei posti preferiti al mondo. In Italia c'è una maggior interdisciplinarietà, una maggiore apertura mentale, un dialogo costante tra scienza e arte che io attribuisco all'effetto di Leonardo da Vinci. Non a caso il mio libro "L'enigma dei numeri primi" con mia grande sorpresa ha venduto piú copie in Italia che in Gran Bretagna. E ora ho sul mio comodino il romanzo "La solitudine dei numeri primi". Mi piace pensare che se non fosse stato per me Paolo Giordano non avrebbe mai scritto un libro con questo titolo».

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