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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2012 alle ore 16:03.

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Lanciare trenta startup nel triennio 2012-2014, lavorando a braccetto con aziende nella ricerca e nello sviluppo. È questo il fulcro della strategia appena varata dal Politecnico di Milano. Un obiettivo ambizioso. Significherebbe riuscire a fare molto meglio rispetto alla passata gestione. «Che ha avuto risultati deludenti: solo venti spin off create in dieci anni. Aziende che nella maggior parte dei casi sono peraltro deboli sul mercato», nota Ferruccio Resta, prorettore del Politecnico e anima della nuova strategia.

Il problema di quella precedente? «L'Ateneo maturava un'idea, la brevettava e poi cercava di licenziarla ad aziende. Ma è un meccanismo che non funziona. Adesso le coinvolgiamo fin dall'inizio del processo che poi arriva al brevetto e che eventualmente fa nascere una startup. La ricerca e le evidenze che arrivano dal mercato saranno messe in stretta continuità». La nuova filosofia richiede anche alcune inedite concessioni al mondo dell'industria: «Per trovare un accordo con grossi gruppi industriali abbiamo dovuto avere massima flessibilità sulle policy della proprietà intellettuale adottabili e sulle forme societarie», spiega Resta. Le aziende sono allettate da questa opportunità, perché «possono fare ricerca congiunta con noi, pluriennale e multidisciplinare e hanno poi la cotitolarietà del brevetto risultante. Infine, possono acquisire la quota di maggioranza della spin off che ne dovesse nascere». La spin off diventerebbe licenziataria del brevetto, «a prezzi di favore».

Ad oggi il Politecnico ha firmato con Pirelli (accordo di "joint labs", mettono i laboratori in comune), Eni (faranno tavoli congiunti), Augusta Westland (società mista). «Stiamo per firmare con Whirpool, Maire Technicom e Ansaldo energia». Obiettivo, fare tre accordi con grandi aziende ogni anni per tre anni. «Il secondo pilastro di questa strategia riguarda le Pmi, ma è molto difficile metterle intorno a un tavolo. Qui però ci aiuta la Regione Lombardia, che ha lanciato iniziative per creare distretti tra Pmi su cui convogliare finanziamenti». I distretti a cui aspira il Politecnico sono quelli per i materiali avanzati per lo sport, per l'energia e i materiali intelligenti; nel mondo IT, delle energie rinnovabili, delle smart grid.

L'attività con le aziende procede in parallelo con quella di scouting e anche qui c'è una nuova strategia. «Prima erano in tanti a occuparsene, separatamente, in Ateneo. Adesso abbiamo fatto sistema delle tante attività, con un calendario preciso di iniziative. Un'altra novità è che ora lo scouting può trovare l'idea giusta anche dai tavoli congiunti con le aziende; oltre che da studenti e da gruppi di ricerca». Le iniziative di scouting saranno tre nel 2012: Start-up Boosting, SwitchToProduct e IdeaToProduct, «che abbiamo rilanciato quest'anno: aveva avuto una partecipazione decisamente ridotta in passato». Lo Start-up Boosting è legato ai molteplici osservatori del Mip School of Management e sta generando idee al ritmo tra le 20 e le 40 al mese (da fine 2011). Da gennaio il Mip ha esteso lo Start-up Boosting ad altre università tecniche italiane (a regime, saranno sette o otto).

C'è poi l'intenzione di lanciare, nel 2012, un'iniziativa specifica per trovare idee innovative imprenditoriali collegate all'ecosistema Facebook. Il Politecnico vuole cavalcare insomma uno dei fenomeni internet più importanti in Italia e lo considera terreno fertile per startup, sviluppatrici di applicazioni. Dopo lo scouting, c'è la fase di formazione e preincubazione della startup. «Avvieremo il corso Start-up Program tra febbraio e marzo». Ultimo passo, il Technology transfer office dell'Ateneo verificherà la fattibilità dello spin off. Che, se tutto va bene, finalmente nascerà. «Da ottobre 2011 - conclude Resta - c'è una novità anche in questo aspetto: non è più obbligatorio che lo spin off sia partecipato da docenti».
Insomma, debutta una macchina strutturata e che si vuole radicata nel mondo industriale. Tutta tesa alla moltiplicazione delle startup italiane. Ora o mai più.

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