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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2012 alle ore 14:58.

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Il film non sarà probabilmente da Oscar, ma è pronto per le sale cinamatografiche tra grandi aspettative. «The Hunger Games» è tratto da un bestseller per ragazzi andato a ruba nel 2008 con traduzioni in 26 lingue. È una trilogia ambientata in una versione post-apocalittica degli Stati Uniti. Con il debutto sul grande schermo il 23 marzo, il regista Gary Ross e la casa cinematografica Lionsgate contano anche su code al botteghino. E su un test di successo per un altro fenomeno del futuro, questa volta non del mondo ma di Hollywood: l'uso dei social network e più in generale dei social media durante la produzione e il marketing dei lungometraggi, per creare quel buzz, quella trepidazione, un tempo dominio di riviste specializzate e campagne televisive sul glamour delle stelle dello spettacolo e oggi sempre più difficile da ricreare nella realtà multimediale.

Agli Studios di Lionsgate in California la parola d'ordine è la cautela, come di regola nelle grandi occasioni: «Ne possiamo parlare solo dopo l'apertura del film», dice Jack Brent, dirigente della società, una delle ultime case indipendenti in circolazione. Brent, però, ha a disposizione quello che lui stesso definisce un digital team, una squadra digitale. E di sicuro la scommessa sui nuovi media per «Hunger Games» è stata fatta, eccome: «È stato ad esempio deciso di annunciare il cast di molti personaggi anziché con mezzi tradizionali attraverso un social network quale Facebook», spiega Katie Kelly di Rubenstein, società specializzata nel rappresentare società di media tra le quali, appunto, Lionsgate. Per l'esattazza, la scelta degli attori per ben 24 ruoli cruciali nel film è stata svelata, per la prima volta, proprio sulla rete di Mark Zuckerberg. L'obiettivo esplicito e che si spera raggiunto: dare vita a una rincorsa di commenti e reazioni online in grado di tradursi poi in pubblico anche in sala.

Lionsgate non è un caso isolato. Lo sforzo di far leva su siti e social media - noti e meno noti dopo anni invece di perplessità quando non di astio - riguarda ormai anche Studios di grandi dimensioni, che oltre a chattare con i fan più giovani e fare marketing orchestrano in questo modo ricerche a analisi delle loro preferenze. Sony Pictures ha organizzato prime visioni dell'ultimo remake dell'«Uomo Ragno», in programma per luglio, via web e twitter: screening sono già avvenuti il 6 febbraio in 13 città al mondo. Sempre Sony quest'anno ha filmato speciali video con gli attori da mettere online per promuovere un film romantico di successo come «The Vow». Parte del silenzio che si respira a Lionsgate in vista di «Hunger Games», tuttavia, è anche il risultato dei dubbi che restano sull'efficacia del matrimonio tra Hollywood e i social media: il buzz online non sempre si traduce in biglietti al box office.

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