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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2012 alle ore 20:36.

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La nuova edizione degli Oscar mette in rilievo una sorta di separazione nel mondo degli effetti speciali: vengono premiate le nuove tecnologie usate da autori cinematografici, non tanto e non solo per stupire il pubblico, ma come vero e proprio linguaggio poetico. E così tra le nomination a miglior film troviamo «The Tree of Life» di Terence Malick che si avvale della collaborazione di Douglas Trumbull, famoso per gli effetti speciali di «2001: Odissea nello spazio» di Stanley Kubrick. Girato in 35mm digitale e Imax, sotto la supervisione per gli effetti visivi Dan Glass («Matrix Reloaded»), il film prevede sofisticate immagini di astrofisica catturate da sonde e telescopi, riprese naturalistiche in altissima definizione e interventi in computer graphic.

Martin Scorsese chiude il cerchio della magia cinematografica in un racconto sul padre degli effetti speciali del cinema primitivo, George Méliès, realizzando un bellissimo 3D stereo con «Hugo Cabret». E scorrendo le nomination 2012, si trova anche Wim Wenders nella sezione film documentario con il suo «Pina», ritratto di Pina Bausch in cui il 3D riesce a dare profondità alle stupende coreografie dell'artista recentemente scomparsa.
Di contro i blockbuster, i film dal grande impatto spettacolare e dai grandi incassi, li troviamo in sezioni collaterali, come quella dei Migliori effetti speciali: «Harry Potter e i doni della morte 2», «Real Steel», «L'alba del pianeta delle scimmie» e «Transformers 3». A cui si aggiunge la nomination per i prestigiosi Bafta di Wayne Stables di Wetadigital per gli effetti speciali de «Le avventure di Tin Tin». In questo film, diretto da Steven Spielberg e prodotto da Peter Jackson, la tecnica del rotoscope che cattura digitalmente i movimenti degli attori reali e li trasforma poi in disegni animati, raggiunge uno dei suoi apici.

Ma il fatto che siano tutte nomination in sezioni "minori" denota come anche l'Academy hollywoodiana rilevi una certa stanchezza e ripetitività narrativa di questi film dai budget smisurati. E non è un caso che Spielberg intasca una nomination come miglior film con il più poetico «War Horse», mentre «Tin Tin» si deve accontentare delle sezioni parallele, proprio nell'anno in cui accede alla gara per il premio più ambito il meno hollywoodiano dei registi americani Woody Allen con il suo «Midnight in Paris».
Sempre vivace invece la sezione dell'animazione dominata dalla computer graphic in cui si segnala per i cortometraggi «La Luna» di Enrico Casarosa, mentre per i lungometraggi si contendono la statuetta, tra gli altri, «Kung Fu Panda 2» e «Rango».

Eppure sembra che dopo l'ubriacatura tecnologica il cinema torni a riflettere sul racconto, sui sentimenti e il sogno, non respingendo bensì introiettando gli effetti speciali digitali come una possibilità linguistica, stilistica e poetica.
Dal punto di vista strettamente tecnologico per il film in sala l'orizzonte futuro si tinge di fantascienza: si va dagli esperimenti sull'olografia che promette immagini solide in 3D senza occhiali, ma che sembra ancora piuttosto lontana a venire; mentre Augmentedrealitycinema sviluppa applicazioni di cinema in realtà aumentata in cui si possono seguire dal vivo alcune famose sequenze cinematografiche attraverso la connessione con il Gps.

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