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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2012 alle ore 13:59.

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Battere la povertà con gli open dataBattere la povertà con gli open data

Monitorare il polso del benessere della popolazione su scala globale, attraverso tecnologie capaci di raccogliere e analizzare informazioni e dati in tempo reale, così da guidare politiche di sostegno efficaci e tempestive, soprattutto in caso di shock generati dalle variazioni relative a finanza, materie prime, cibo, energia. Questo è lo scopo di Global Pulse, iniziativa promossa dalle Nazioni Unite in tre ambiti di attività: la ricerca su dati e indicatori relativi al benessere sociale, lo sviluppo di tecnologie collaborative per l'analisi dei dati e una rete di laboratori in grado di catalizzare la ricerca in azioni di supporto e di diffondere buone pratiche.

Il progetto è il frutto della consapevolezza maturata in sede Onu, in particolare rispetto alle azioni per il raggiungimento degli obiettivi della Campagna del Millennio, lanciata nel 2008 per sradicare la povertà entro il 2015, e alla difficoltà nel rispondere con la giusta rapidità agli effetti devastanti generati dalla crisi globale, dalle fiammate speculative sui cereali e dall'andamento al rialzo del petrolio. A che servono dati vecchi di due anni se l'intervento di aiuto verso nuove fasce di povertà, malnutrizione e disoccupazione finisce per arrivare a giochi fatti?

Global Pulse vuole sostenere la comunità internazionale nel fornire nuove opportunità per stimare il benessere della popolazione, con analisi di indicatori in tempo reale, così da capire meglio come le comunità rispondono agli effetti delle crisi. Vulnerabilità nel processo di sviluppo dei paesi più deboli possono essere così intercettate e contrastate prima che gli effetti diventino irreversibili. In tempi di riduzione delle risorse per la cooperazione internazionale, Global Pulse contribuisce a migliorare l'efficienza delle politiche di protezione, ottimizzando la spesa pubblica.

Il progetto punta a sviluppare una piattaforma tecnologica open source, a disposizione dei governi di tutto il mondo, cercando la collaborazione filantropica di aziende private esperte nel trattamento dei dati. La rete di Pulse Labs a regime godrà almeno di dieci nodi nel mondo, seguendo il modello del primo laboratorio aperto a New York. Le ricerche in corso spaziano dal monitoraggio delle questioni sulla sicurezza del cibo attraverso l'analisi gli articoli pubblicati dai media tradizionali, all'andamento della disoccupazione e del mercato del lavoro rilevato attraverso i social media, all'andamento del prezzo del pane in sei paesi dell'America Latina estraendo le informazioni dal web. Twitter è uno dei campi di indagine, con una ricerca tra Asia e Nord America sulla percezione dello stress legato alla crisi.

L'innovazione applicata su scala globale per la protezione dei più deboli è la nuova sfida lanciata da Global Pulse agli open data. Chissà che tra qualche anno Pil e indicatori macroeconomici tradizionali non vengano sostituiti dal polso dato dai tweet e dalle informazioni scambiate ogni giorno sui social network?

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