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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2012 alle ore 14:01.
La ricerca italiana entra nella fase smart. L'ispirazione arriva da Bruxelles, ma a dettare la rotta è il Miur, attraverso un pacchetto di strumenti che nei prossimi mesi punta a mettere a disposizione di imprese, università e centri di ricerca oltre un miliardo in tre bandi. «L'Europa ci ha offerto la grande occasione di smart communities, una precisa idea di sviluppo sostenibile e intelligente intorno alla quale intendiamo coagulare i grandi programmi di sostegno alla ricerca», spiega il ministro Francesco Profumo, specificando che l'intenzione del Miur è quella di trovare «una via italiana alle tecnologie smart», che tra l'altro funzioni «da palestra in vista dei bandi europei Horizon 2020 che si apriranno da metà 2014».
Se l'Europa ha individuato nell'energia e nella mobilità sostenibile applicata ai grandi contesti urbani le priorità, in Italia «abbiamo il dovere di caratterizzare questa visione, in primo luogo applicandola a realtà urbane e a comunità diffuse; in secondo luogo valorizzando asset distintivi del paese come il patrimonio storico e culturale; infine valorizzando modelli di coesione sociale», sottolinea Mario Calderini, consigliere del ministro per il Sostegno alla ricerca e all'innovazione: «Con queste premesse, l'orizzonte smart può diventare il principio ordinatore e l'architettura complessiva dentro la quale allestire i principali interventi di sostegno all'innovazione». Proprio in quest'ottica vanno letti i tre bandi in preparazione al Miur, che puntano ad avere un impatto significativo sul sistema della ricerca italiana. Il primo a uscire (la pubblicazione è prevista a giorni in Gazzetta ufficiale) sarà il bando 'Smart cities and communities', che stanzia 200 milioni a fondo perduto per idee progettuali presentate da imprese o centri di ricerca con sede nelle regioni obiettivo Convergenza e in quelle limitrofe. L'obiettivo, come anticipa il dirigente responsabile del bando, Fabrizio Cobis, è quello di «sostenere idee progettuali nell'ambito dell'Ict e dello sviluppo sostenibile, dalla e-mobility al cloud computing»: una volta pubblicata la misura, ci sarà tempo per presentare le idee progettuali fino al 30 aprile 2012.
Dotazione quasi doppia per il bando 'Distretti ad alta tecnologia' del centro-nord, previsto in uscita alla fine di marzo. Come nel caso precedente, anche qui ci troviamo di fronte a una misura in preparazione da tempo ma declinata in chiave smart: i 368 milioni a disposizione, di cui la maggior parte in conto capitale, verranno concessi in parte ai distretti già esistenti e in parte alle aggregazioni di imprese e centri di ricerca interessati a costituirne di nuovi (la ripartizione delle risorse non è ancora fissata). Saranno premiate le aggregazioni meta-distrettuali, che vedano coinvolte realtà di regioni diverse operanti sugli stessi filoni: ogni distretto, dovrà essere in grado di presentare uno o due progetti di ricerca industriale di durata massima di 36 mesi con un budget tra i 2,5 e i 15 milioni l'uno.
Terzo e ultimo tassello, il nuovo bando per la ricerca industriale, atteso entro l'estate: in questo caso la misura è ancora in fase di elaborazione, ma sono già note copertura finanziaria (700 milioni) e linee guida, che puntano «a evitare che si verifichi l'ennesimo, inutile click day - assicura Calderini -. Il bando sarà valutativo e non a sportello, privilegerà i dossier più consistenti, individuerà i filoni tecnologici rilevanti e sosterrà i progetti in grado di valorizzare la componente multimediale».
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