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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2012 alle ore 20:22.

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Le tecnologie digitali nell'economia
Il Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò ha affermato che "la scarsa alfabetizzazione [informatica] degli italiani costituisce indubbiamente una remora per la diffusione dell'utilizzo della larga banda" ma che "il livello di scolarizzazione è destinato a salire, per l'aggiornamento della scuola e per la richiesta dei ragazzi nelle famiglie".

Una bassa alfabetizzazione informatica determina per l'appunto un ridotto livello di interesse verso la banda larga, cosa che a sua volta rende, per questi utenti, il filo telefonico che entra nelle nostre case sostanzialmente fungibile con il telefono cellulare. Il risultato netto è che se in precedenza, a quegli utenti, il sistema delle telecomunicazioni vendeva due prodotti, a tendere ne venderà solamente uno. Ma i costi di una rete fissa di telecomunicazioni sono in larga misura indipendenti dal numero di utilizzatori: se in un condominio nove utenti su dieci disdicono la rete fissa, i ricavi sono decimati ma l'impianto del condominio va comunque servito e mantenuto ed i costi vengono sostanzialmente mantenuti. Ciò determina una pressione sui margini degli operatori e di conseguenza una riduzione degli investimenti frenando lo sviluppo complessivo delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (ICT) nel Paese.
E' bene ricordare che, secondo il Commissario Reding, la metà della crescita del PIL in Europa prima della crisi finanziaria era determinata dall'ICT. Il rapporto Digital Britain rileva che il 6% della popolazione è impiegata nell'ICT che genera in UK il 10% del PIL; detto in altri termini il contributo al PIL proveniente dagli addetti dell'ICT è il 67% superiore a quello della media degli altri settori dell'economia.

Il termine ormai diffusamente utilizzato per identificare le nuove generazioni utilizzatrici spontanee di strumenti informatici è quello di "Digital Natives", ovvero "Nativi Digitali", giovani che si destreggiano fin da tenera età con strumenti informatici. Tra gli addetti ai lavori è comune sentire dei trentenni autodefinirsi "nativi digitali", ma questa accezione è corretta ? Ma chi sono e quale può essere il contributo dei Nativi Digitali all'aumento della domanda di servizi di telecomunicazione?

Quando inizia il nuovo ordine?
Innanzitutto per definire un "nativo" occorre quindi stabilire un momento in cui la "storia digitale" ha inizio, in cui la digitalizzazione ha determinato una svolta, un "tipping point" rispetto alle consuetudini precedenti del mondo fisico. Ovviamente un tale esercizio è arbitrario ed intrinsecamente impreciso ma, a mio modo di vedere, esistono sufficienti ragioni per collocare tale momento a cavallo del 2000/2001.

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