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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2012 alle ore 15:14.

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Nella foto il tablet Kindle Fire di Amazon (AP Photo)Nella foto il tablet Kindle Fire di Amazon (AP Photo)

Sono a dir poco brillanti i dati pubblicati da Amazon relativi al primo trimestre 2012, tanto da aver prodotto un aumento del 13 per cento nel valore azionario della società nell'after-market. Non potrebbe essere altrimenti, con un fatturato che è cresciuto del 34% arrivano a quota 13,18 miliardi di dollari, battendo le previsioni degli analisti (12,91 miliardi di dollari) e quelle della stessa azienda (12,6 miliardi di dollari).

In calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno gli utili: 130 milioni nel 2012 rispetto ai 201 milioni del 2011. Il motivo di questa contrazione va ricondotto ai recenti investimenti in personale e ai continui investimenti in infrastruttura, nei sevizi che offre e nella gestione dei contenuti. Investimenti che però ripagano nel medio e lungo periodo, perché uno dei motivi delle ottime prestazioni finanziare ha nome e cognome: Kindle Fire.

Il tablet animato da Android è stato il prodotto più venduto, conquistando un market share pari alla metà del mercato statunitense delle tavolette elettroniche basate sulla piattaforma di Google. E da questo dato partono una serie di considerazioni. Da un lato il Fire va a confermare le ipotesi di diffusione di massa dei contenuti fruiti in mobilità: "stiamo assistendo a un'accelerazione", dice Tom Szkutak, Cfo di Amazon. Dall'altra il tablet in Kindle ha già scalato le classifiche di vendita nell'impegnativo segmento dei dispositivi Android, dove la battaglia è tutt'ora in corso per cercare di contrastare lo strapotere dell'iPad.

Apple punta tutto sul dispositivo "tuttofare" misura unica per qualsiasi utente: oggi l'offerta comprende il nuovo modello e quello vecchio, sostanzialmente uguale salvo il display, offerto a costo più aggressivo. Una segmentazione semplificata che fa da contr'altare alla frammentazione di modelli sull'altro fronte. Ancora in attesa di qualche dato ufficiale da parte di Big G sull'andamento delle vendite e sulla diffusione di Android sui tablet, il Fire quantomento in Nord America è passato da una quota di mercato del 29,4% a dicembre all'attuale oltre 54 per cento. Per contro, nello stesso periodo i Samsung Galaxy Tab sono decresciuti dal 23,8% al 15%, lo Xoom è passato dall'11,8% al 7%, l'Asus Transformer si è tenuto sostanzialmente intorno al 6% di penetrazione e tutti gli altri (Toshiba, Acer, Dell, Lenovo e Sony) hanno incidenze che vanno dal 5 a poco meno dell'1% (dati ComScore). Tanti, forse troppi, competitor e Amazon ha la capacità di aggregare hardware e software a un marchio importante e riconosciuto: Kindle. Il consenso si spiega in questo modo, aggiungendo la più classica ciliegina sulla torta: un prezzo aggressivo.

Alla resa dei conti, per meno di 200 dollari si ottiene un tablet Android (release 2.3, nemmeno le più recenti 3.x o 4) di buona potenza, con display da 7 pollici che può contare su tutta la scelta di app disponibili in Google Play a cui si va ad aggiungere tutto l'universo Amazon fatto di musica, applicazoni e libri in formato digitale. Mescolando il tutto in un'interfaccia totalmente ottimizzata proprio per quest'ultima offerta, si comprende come il dispositivo possa garantire un'esperienza di utilizzo migliore rispetto a molti altri modelli, tanto da convincere più della metà degli acquirenti statunitensi. Il problema nasce dal fatto che il Kindle Fire non è una buona occasione per Google ma solo per Amazon, perché non aggrega l'ecosistema Android ma si limita a offrirlo come plus in aggiunta a tutta l'offerta della società guidata da Jeff Bezos. Ecco perché, a conti fatti, viene il dubbio che forse tutta questa faccenda potrebbe addirittura complicare la vita di Android, quindi di Google che in questa occasione mette solo a disposizione uno strumento funzionale alle attività di Amazon. Lo scenario, in ultima analisi, vede fronteggiarsi due ecosistemi di base: Apple e Amazon, questo giova ad Android?

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