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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2012 alle ore 17:41.

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Addio Facebook, Lady Gaga traghetta i fan sul suo networkAddio Facebook, Lady Gaga traghetta i fan sul suo network

E' uno dei nomi più ricercati su Google, la sua intervista realizzata per il format atGoogleTalks, Google goes Gaga, ha raccolto 1.970.392 visualizzazioni su Youtube e, il 10 maggio, Lady Gaga ha raggiunto i 24 milioni di followers su twitter. Non sono solo il tipo di musica, gli abiti di alta moda, la cura delle performance ad attirare l'attenzione. Gaga, con i suoi ventisei anni, è una nativa digitale: è lei stessa a twittare, a far girare e a girare lei stessa i video tra cui il format Gaga Vision, quarantaquattro episodi da tre minuti pubblicati con cadenza quasi settimanale su youtube. Ed è grazie a questa dimestichezza con le nuove tecnologie che a Gaga e soprattutto al suo manager Troy Carter è venuta l'idea di lavorare a un progetto che è il sogno di moltissime imprese: creare un social network e concentrare lì la comunità invece che su Facebook.

Nel 2011 è stata fondata la società Backplane, tra i cui azionisti si trovano Eric Schmidt, presidente esecutivo di Google, che ha investito 1 milione di dollari e Gaga stessa, con il 20% delle azioni. Lo staff della Backplane spiega così il progetto a Nòva: "Backplane nasce per unire le persone in base a interessi, affinità e movimenti. L'obiettivo a lungo termine della piattaforma è creare un punto di incontro per altre comunità, comprese quelle di fan di altri artisti". Una start up che vuole creare un modello di comunicazione basato sull'interazione tra gli utenti e sull'incentivo alla produzione di contenuti. I dati demografici e quelli sugli accessi non sono ancora disponibili, ma curiosando su Google Ad Planner si può intuire qualcosa: 47 migliaia di visitatori unici, 1.6 milioni di visualizzazioni di pagina e un tempo medio di permanenza sul sito di 10 minuti e 40. "Welcome home little monster", questo è l'oggetto della mail personalizzata che viene inviata a chi si iscrive al sito www.littlemonsters.com.

L'affettuoso epiteto "piccoli mostri" è stato coniato per la prima volta da Gaga per i suoi fan nel novembre del 2009. A partire da quell'idea negli ultimi due anni si è sviluppata una comunità che si rispecchia in una delle canzoni manifesto della popstar, Born this way, che dà il titolo all'album del 2011, ora in tour: non importa se gli altri ti considerano strano o sfigato, tu sei nato così, "sono bello a modo mio, perché Dio non fa errori" canta Lady Gaga. I valori dell'uguaglianza, della tolleranza e del rispetto sono il punto di incontro dei milioni di persone, soprattutto adolescenti, omosessuali, minoranze etniche e tutti quelli che, nelle scuole come per le strade, vengono spesso additati come perdenti e restano vittime di episodi di bullismo.

Littlemonsters.com è in fase sperimentale, per questo i numeri non hanno ancora eguagliato le cifre degli altri progetti di Gaga: si accede solo se si viene selezionati. Una volta entrati in un ambiente digitale dalle linee essenziali si trova subito un follower d'eccezione, Lady Gaga. La mail di benvenuto detta le linee guida del codice di comportamento dei little monsters, le parole chiave sono: coraggio e originalità nella creazione di contenuti, gentilezza e tolleranza nell'accogliere le persone che mano a mano arrivano. E poi l'invito più importante: sii te stesso. Quello che si sviluppa sulla piattaforma è una agenzia creativa user generated: c'è chi disegna caricature perfette, chi presenta i suoi fotomontaggi, qualcuno ha addirittura inventato una linea di scarpe da ginnastica con marchio Nike. E ovviamente Littlemonsters.com si riserva la possibilità di utilizzare qualunque contenuto, integralmente o in parte senza riconoscere i diritti d'autore.

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