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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2012 alle ore 18:44.

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Massimo Chieruzzi è arrivato alla sede del Sole 24 Ore un po' pallido ed è uscito in preda a una leggera insolazione. Cinque ore sotto il Sole sono state fatali ma hanno dimostrato la passione che arde dietro il progetto Adespresso. Si tratta di un servizio che consente agli inserzionisti di ottimizzare, tramite un sistema continuo di split testing, le campagne pubblicitarie su Facebook. «Grazie a AdEspresso - ha spiegato nel corso del suo pitch - le aziende possono testare diverse creatività e target demografici, scoprendo così qual è l'annuncio che garantisce il miglior ritorno sull'investimento pubblicitario, nonché capire la risposta del target ricercato: meglio gli uomini o le donne? I teenager o gli adulti? I residenti del Lazio o della Lombardia?».

Il sistema è nato per aiutare gli inserzionisti a calibrare meglio le proprie campagne su Facebook. Peraltro quello dell'advertising sul social network più popolare del mondo è proprio il tallone d'achille di Mark Zuckerberg, soprattutto dopo la triste quotazione in Borsa . «Ma chi vi assicura che un giorno Facebook non decida di realizzare internamente un software per l'advertising?», ha chiesto una aspirante startupper. «È improbabile - ha risposto Chieruzzi –. In questo momento Zuckerberg deve concentrarsi sul prodotto. Soluzioni come le nostre sono le benvenute e poi più passa il tempo più i nostri algoritmi si perfezionano grazie ai dati che abbiamo raccolto e continuiamo a raccogliere».
(l.tre)

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