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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2012 alle ore 15:57.

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Energia generata dal vento all'estremo Nord, dal sole all'estremo Sud e centinaia di milioni di consumatori nel mezzo. Sarà questa la fotografia energetica dell'Europa fra pochi anni, verso un sistema elettrico decarbonizzato, come previsto dai piani di Bruxelles. Il problema, da qui ad allora, non risiede tanto nello sviluppo degli impianti da fonti verdi, che stanno già crescendo a ritmi galoppanti, ma nel trasporto di tutta questa energia verso i centri di consumo. A differenza di un barile di petrolio o di un quintale di carbone, vento e sole non si possono spostare. Bisogna andarli a prendere dove sono più potenti e remunerativi, spesso in posizioni remote, in mezzo al mare o nei deserti.

Per questo la trasmissione elettrica sta diventando così centrale nei sistemi energetici, e oggi gli investimenti si stanno concentrando sui cavi elettrici ad altissima tensione.
Ma cosa trasporteranno questi nuovi cavi, e come? Energia elettrica ad alto voltaggio in corrente continua, tecnologia caduta in disuso dopo la scoperta della corrente alternata, alla fine dell'Ottocento, e oggi in fase di rinascita. In Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Estremo Oriente, si parla di Super Smart Grid, una grande rete di trasporto di energia elettrica ad alto voltaggio in corrente continua (Hvdc), capace di trasportare energia per migliaia di chilometri con perdite minime. «Il grande vantaggio della corrente continua sulla alternata sono le minori dispersioni sulle lunghe distanze», spiega Claes Scheibe, vice presidente di Alstom Grid, alla riunione annuale del "Conseil international des grands réseaux eléctriques".

La tecnologia della corrente continua, in pratica, si sta dimostrando fondamentale per supportare lo sviluppo delle fonti rinnovabili. «Saranno necessari almeno 60 miliardi di euro d'investimenti nella corrente continua, da qui al 2020, per tenere il passo con i nuovi sviluppi a livello globale», precisa Scheibe. Negli ultimi anni, la crescita di questa tecnologia è stata formidabile. Sui quasi 50 gigaWatt di connessioni in corrente continua realizzati dal 1962 al 2010, la metà è stata costruita dopo il 2000, con un'impennata in anni recentissimi: dai 3 gigaWatt allacciati nel 2007, siamo passati ai 15 gigaWatt previsti nel 2012.

La linea più lunga del mondo in corrente continua è in costruzione in Brasile, oltre 2.500 km di cavi per trasmettere l'elettricità generata dal colossale progetto idroelettrico sul Rio Madeira, in Amazzonia, fino alla regione di San Paolo. Al Cigre, Alstom ha annunciato un contratto chiavi in mano da 400 milioni di euro, assegnato dalla Power Grid Corporation of India per collegare Champa, nell'India centrale, a Kurukshetra nel Nord, utilizzando la corrente continua ad altissima tensione, attraverso una linea lunga 1.365 chilometri, un'autostrada energetica pulita ed efficiente.
In Europa, tutti i parchi eolici offshore in via di realizzazione nel Nord, dalla costa atlantica della Francia fino al Mar Baltico, devono essere connessi per forza in corrente continua: laddove si parla di cavi sottomarini o interrati, non c'è altra scelta.

Qui il campione italiano dei cavi, Prysmian, ha vinto un appalto dopo l'altro, tanto da prevalere sulla rivale olandese Draka, acquisita l'anno scorso, creando il più grande operatore mondiale del settore. Ma l'idea di decarbonizzare completamente il sistema elettrico europeo di qui al 2050 comporterà sviluppi ben più spettacolari, come la connessione con il Nord Africa, dove si sta pensando a una rete di grandi impianti solari a concentrazione, suggerita dai progetti Desertec e Medgrid. In questo modo, si potrà attingere al vento del Nord e al sole del Sud senza perdere energia per strada. E senza bruciare tanti idrocarburi.

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