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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2012 alle ore 15:44.

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Dici Formula Uno e pensi Ferrari, dici Ferrari e pensi alla prestazione sportiva assoluta. Temi che con l'ecologia non dovrebbero avere nulla a che fare. Se non fosse che la "linea verde" che separa il mondo dello sport automobilistico da quello della tutela dell'ambiente sia molto più sottile di quanto si possa immaginare.

Non sono solo i regolamenti a dettare le regole del gioco, ma sono soprattutto le tecnologie messe in campo dai costruttori a tracciare il futuro dell'auto di serie. Un futuro che ha nell'ecologia un elemento chiave di successo, fondamentale se si discute di risparmio energetico. In questo caso però il termine più adatto è recupero, quello dell'energia cinetica per intenderci, che in Formula Uno avviene attraverso l'utilizzo di un sistema chiamato Kers (acronimo di Kinetic Energy Recovery System).

Un breve ripasso di fisica ci informa che si tratta di quell'energia che possiede un corpo quando si trova in movimento, dissipata durante la fase di decelerazione in calore (generato per via degli attriti). È in questo caso che il Kers interviene, recuperandone una parte sotto forma di energia meccanica o elettrica. Immagazzinata attraverso un accumulatore di carica, disponibile in diverse forme (supercondensatori, batterie a volano, ecc.), viene utilizzata per raggiungere un picco di potenza massima in determinate situazioni di gara. Ma se fin qui l'ecologia sembrerebbe non essere di casa, bisogna pensare ai benefici in termini di risparmio energetico. Abbandonato per un attimo il gesto sportivo, dove l'energia recuperata ha solo la finalità di rendere più veloce una vettura di Formula Uno, su un'auto di serie può essere spendibile sia per la trazione sia per alimentare l'elettronica di bordo, garantendo in questo caso una drastica riduzione dei consumi. Di sicuro chi si potrà permettere di acquistare la prossima Porsche 928 Spyder senza dimenticare la futura erede della Ferrari Enzo, probabilmente non sarà spinto da un animo ecologista, ma è giusto che sappia che il sistema di recupero dell'energia cinetica sarà di serie. Da qui all'automobile "normale" il passo è breve. Perché non sono solo le monoposto o le supersportive a puntare tutto sul recupero energetico.

Una casa che ha sempre creduto in questa tipologia di dispositivi è sicuramente Bmw, che attraverso la "filosofia" tecnologica dell'Efficiente Dynamics è stata tra le prime a sviluppare il tema del recupero dell'energia di frenata. Tutto parte dal principio di conservazione dell'energia. Senza entrare nel dettaglio tecnico-fisico, basti pensare che la partita del recupero si gioca con alcuni attori principali. Tra questi l'alternatore così come la batteria, opportunamente evoluti e irrobustiti per adempiere alla nuova "attività" di recupero. L'energia "recuperata" viene sfruttata per alimentare alcuni dispositivi di bordo o, nel caso di propulsioni ibride, per ricaricare le batterie, diminuendo l'onere del motore endotermico. In questo modo, oltre ai consumi si riducono le emissioni di CO2. Mentre per il prossimo futuro l'idea è quella di sfruttare il calore del motore per creare energia elettrica attraverso un generatore termoelettrico. Principi che affascinano l'ingegneria automobilistica sin dalla notte dei tempi, perché è dal passato che nasce l'innovazione del futuro.

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