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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2012 alle ore 16:27.

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Avete appena scoperto di essere pedinati da settimane. Qualcuno ha registrato le vostre comunicazioni, forse addirittura in video, e ora sa tutto di voi: abitudini, contatti telefonici, pin, password e perfino il volto dei vostri figli. Vi spaventereste? L'Fbi sostiene che fareste benissimo.

Lunedì scorso, il Federal Bureau of Investigation ha messo in guardia i cittadini americani – e di conseguenza i cittadini del mondo – dal rischio di attacchi ai danni smartphone e tablet. Con questi potenti computer tascabili, il cybercriminale non ha bisogno di seguirvi di nascosto per la strada: ci pensa il chip Gps nel telefono. Non ha bisogno di cimici per registrarvi: ci pensano il microfono e la telecamera a bordo del tablet.
«Nell'ultimo anno il malware indirizzato a colpire gli apparecchi mobili, è aumentato del 700%», commenta Vincent Weafer, vicepresidente di McAfee, il colosso della sicurezza digitale del gruppo Intel, nonché capo dei laboratori di ricerca. «Quasi il 100% degli attacchi ha colpito la piattaforma Android. E abbiamo visto di tutto: spyware, trojan, botnet e virus che sfruttano gli Sms».

Certo, non è che gli altri sistemi operativi siano immuni. «Il virus FinSpy apparso pochi mesi fa – commenta Dave Snell, direttore delle soluzioni tecnologiche, incontrato a Las Vegas durante l'annuale conferenza sulla sicurezza di McAfee – colpisce tutti i sistemi mobili senza distinzioni. Invia un sms con un link e gli basta che l'utente lo clicchi, per prendere il controllo dell'apparecchio: può tramettere immagini video senza che nessuno se ne accorga». Gira voce che nel Bahrain lo stiano usando contro i dissidenti politici.

La maggioranza degli attacchi arriva però dalle applicazioni. Come noto, l'App Store di Apple è rigidamente controllato (e perfino censurato) dall'azienda, risultando per questo antipatico agli esperti di computing. Al contrario, i mercati digitali per le app Android, a cominciare da Google Play, sono aperti a tutti, come si conviene a una piattaforma open-source.
Finora, il malware mobile è riuscito a giocare brutti scherzi (anche finanziari) a pochi malcapitati. Ma se un giorno riuscisse a creare problemi diffusi ai telefoni Android, che hanno il 52% del mercato mondiale degli smartphone? Potrebbe alterare la concorrenza con gli iPhone, oggi al 34%? «In teoria sì – risponde Weafer – nel passato non è successo: la piattaforma Windows ha continuato a prevalere su quella Mac, nonostante fosse colpita dai virus quasi esclusivamente».
In ultima analisi, ha ragione l'Fbi: i consumatori non sono abbastanza consapevoli. La soluzione è educarli. «È nell'interesse di governi, industrie e istituzioni finanziarie – rimarca Weafer – che, al contrario dei cittadini, sono consapevoli e preoccupate». Già, perché la dilagante adozione degli apparecchi mobili non consente solo di tracciare gli spostamenti di una vittima (impensabile, nell'era del pc), ma anche di trasformarla in un'arma d'attacco semovente.

I botnet (che stanno per «robot network») sono computer che, in seguito a un'infezione, risultano controllati dai cybercriminali senza che nessuno se ne accorga. «I nuovi botnet mobili – dice Gary Davis di McAfee, vicepresidente responsabile del marketing – sono molto più rischiosi: vagando per molte reti wi-fi in tasca all'inconsapevole proprietario, sono in grado diffondere l'infezione» come moderni untori digitali. Le implicazioni per le aziende, sono enormi.

Un po' perché le politiche aziendali prevedono ormai quel che gli americani chiamano Byod: bring your own device, porta al lavoro il telefono o il tablet che vuoi. Un po' perché i cosiddetti spyware sono un mezzo impareggiabile per lo spionaggio industriale: c'è chi stima un danno di 250 miliardi di dollari all'anno, solo per i furti di proprietà intellettuale a spese delle sole società americane.

Insomma, ora che l'era post-pc è cominciata, ora che ci sono quasi cinque miliardi di dispositivi collegati all'internet («Un nostro dipendente ne ha 41», ha detto ridendo il chief technology officer Michael Fey, durante la conferenza di Las Vegas) le opportunità per i malintenzionati globali crescono e cresceranno ancora. Non è un incoraggiamento alla paranoia. Tuttavia – anche se l'Fbi non la mette proprio in questi termini – è sempre meglio aver paura, che buscarne.

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