Raggiungere la meta a colpo sicuro, meglio ancora se eliminando i rallentamenti provocati da traffico e lavori in corso. Ecco lo scopo ultimo delle applicazioni di navigazione satellitare per smartphone. Il maggior numero sono rivolte a iOS, quindi all'iPhone con firme del calibro di TomTom, Navigon, Garmin, iGO.

Il Melafonino è stata finora la piattaforma preferita per questo genere di app. Android, primo per diffusione, sta colmando il gap, anche in virtù del fatto che di recente l'applicativo di TomTom è approdato sull'Os di Google, per il quale era già disponibile, tra gli altri, Navigon. Ma la battaglia è ancora più accesa per le app gratis installate di serie sul cellulare. Nello specifico iOS 6 ha "Mappe" che può anche calcolare tragitti e fornire indicazioni vocali; Android vanta Maps Navigatore, eccellente e con informazioni geolocalizzate accessorie (punti di interesse, luoghi e spunti turistici); sui Lumia con Windows Phone si trova Nokia Drive, il migliore con tanto di mappe mondiali scaricabili in memoria. Trasversale a tutte le piattaforme c'è Waze, social-app che sfrutta il contributo degli utenti per migliorare la cartografia e fornire indicazioni.

Tutti tentano anche di adattarsi all'utilizzo pedonale, risorsa fondamentale ma che solo Nokia interpreta al 100% con le fermate dei mezzi pubblici; gli altri provvedono a calcolare il tragitto a piedi attraversando strade chiuse al traffico. E poi c'è la questione delle mappe, portata alla ribalta dalla bagarre di Apple: iOS Mappe mostrava imprecisioni nelle foto satellitari e nel posizionamento dei punti di interesse. Tanto che Tim Cook, ceo della società, si è dovuto scusare. Ma questo è il punto: la produzione della cartografia è ancora un'attività "artigianale", che richiede cioè cura, attenzione e intervento manuale. La cartografia fa ancora la differenza in termini di qualità del software. E nell'imminente futuro offre a Nokia, Google e Apple la possibilità di innescare opportunità di business.

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