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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2012 alle ore 20:11.

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Martedì prossimo ci sarà la premiazione di Working Capital, il progetto di Telecom Italia a sostegno dell'innovazione e dell'ecosistema delle startup digitali in Italia. «Sono 4mila i business plan raccolti finora – fa sapere Marco Patuano, ad di Telecom Italia –: dall'edizione 2013 sarà realizzato un database rivolto a investitori, anche internazionali, per valutare i singoli progetti esaminati negli ultimi anni». Che sono una fotografia del talento creativo espresso dai giovani italiani. Inoltre, aumenteranno da 20 a 30 i grant d'impresa da 25mila euro, per un impegno complessivo di 750mila euro. Ma l'accelerazione è anche nel tessuto sociale dell'innovazione. L'anno prossimo saranno aperti tre incubatori a Milano, Roma e Catania: «Tre spazi fisici dove far crescere nuove realtà imprenditoriali e sostenere lo sviluppo di startup sul territorio», . È uno stimolo a un ecosistema hi-tech che riprende slancio dopo il decreto Sviluppo. E interviene nei delicati passaggi che portano alla nascita e all'evoluzione di startup. Qui a fianco due progetti tra i finalisti di Working Capital.

TVEET.METER
Il marketing a cavallo tra tv e social media

Tecnoartigiani. Che l'Italia sia una nazione di makers è ormai evidente: la tradizione tecnoartigianale ritrova slancio grazie a talenti capaci di complessi progetti di design che entrano nella vita delle comunità locali. E la bicicletta, in particolare, partecipa a un vasto programma di reinvenzione. Quella di Okobici è un'iniziativa per abilitare il prestito peer to peer delle due ruote, a partire da un dispositivo simile nella forma a un uovo di struzzo. Costruisce una pratica sociale complementare e non sostitutiva delle piattaforme di bikesharing esistenti e già diffuse nei centri urbani. Fa parte di una rinascita delle community peer to peer capace di incoraggiare l'economia locale e descritta da Michel Bauwens, cofondatore della P2p Foundation. A occuparsi del design e della produzione dei prototipi di Okobici è stato Marco Lampugnani: punta al passaggio verso l'industrializzazione con il sostegno di Working Capital. È il momento in cui l'intuizione cerca spazio per uscire dalla nicchia di primi utenti e trovare altri luoghi di applicazione. A Milano circa 50 persone stanno testando Okobici: all'interno della comunità si distinguono alcune figure come i "provider" che acquistano il dispositivo e lo condividono, uniti ai "curator" che seguono la manutenzione delle due ruote. A incubare Okobici è stato Make a Cube: la startup dichiara di aver ricevuto finora 50mila euro. L'incontro fra bikesharing e community 2.0 ha alimentato non pochi modelli di business: a Montreal il noleggio di Bixi è stato il punto di partenza per lo sviluppo di applicazioni software a partire da open data. E l'esperienza è stata presto replicata in altre città. Ma una generazione emergente di makers costruisce una trasformazione alimentata dal tinkering, inteso come la sperimentazione libera attraverso reiterazioni successive e capace di tradursi in visioni e iniziative.

OKOBICI
Il bike sharing con costi e gestione condivisi

Social tv. I social media conquistano spazio nel secondo schermo: durante i programmi televisivi il pubblico online commenta nei social network. E alle opinioni affianca hashtag che definiscono temi di conversazione. Diventa una miniera di dati da esplorare. TVeet è una piattaforma per monitorare, analizzare e gestire i messaggi inviati su twitter: il suo primo modulo, TVeet.meter, viene già adoperato durante X Factor 6, trasmessa su Sky Uno. A progettarla è stato David Ghirardello che da sette anni segue l'evoluzione dei social media integrati nella programmazione televisiva. E ha in cantiere altri moduli da aggiungere alla piattaforma, all'interno di un progetto sottoposto a Working Capital. Punta alla costruzione di classifiche in tempo reale, anche premium. Prevede una dashboard capace di ricostruire le correlazioni tra brand, programmi e pubblico online durante le trasmissioni. E scommette sulla gestione della partecipazione degli utenti. Anche twitter guarda con interesse all'alleanza con la televisione. E deve competere con altri social network come Facebook o GetGlue. La porta di accesso per i dati in tempo reale è nelle api (application programming interfaces). La frontiera diventa quella del social data mining che ha richiamato le intuizioni di startupper per esplorare la miniera di informazioni alimentate dalle conversazioni online. Che, a loro volta, sono un frammento della galassia in espansione dei big data. È stato soprattutto Dick Costolo, amministratore delegato di twitter, a cercare sinergie con la televisione per analizzare un territorio di opportunità in vista dello sviluppo di un modello di business. E a dargli ragione sono stati alcuni eventi recenti che hanno sollevato picchi di partecipazione attraverso l'invio di micropost, come le Olimpiadi di Londra, il salto in live streaming di Felix Baumgartner e la campagna elettorale che ha visto la vittoria di Barack Obama.

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