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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2012 alle ore 20:15.

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Da quando Al Gore ha presentato il problema del riscaldamento globale nel famoso documentario "Una scomoda verità", seguito da Di Caprio, voce narrante del film "L'11esima ora", si è capito che un'efficace divulgazione dei temi ambientali poteva passare attraverso il linguaggio audiovisivo.

Film per sensibilizzare ma anche per promuovere azioni, per parlare del nostro ambiente e dei mutamenti, degli sprechi e delle possibili soluzioni riguardo i gas serra e la deforestazione, per esempio. E così il Think Forward Film Festival (30 novembre - 1° dicembre, Venezia) usa il cinema per parlare di ambiente: «Due giorni fitti, pieni di film, per intravedere e immaginare il futuro del mondo», come ci spiega il direttore Enzo Lavagnini. Il cinema per documentare, criticare ma anche «immaginare un futuro con tutte le sue complesse incognite, tenebrose o illuminanti». Promossa dall'International center for climate governance (Icgc), la manifestazione si concentra sui «cambiamenti climatici, l'efficienza energetica e le energie rinnovabili» con inchieste, film in animazione, documentari e cortometraggi. Si parlerà dell'importanza dei dati meteo, della pesca, di tecniche di architettura smart, di problemi di approvvigionamento dell'acqua, di innalzamento delle acque... Nell'odierno sistema mediale digitale «milioni di occhi/telecamere che sorvegliano ogni giorno il mondo» possono aiutare il nostro pianeta producendo testi e diffondendoli in diversi canali. Emblematico in questo senso è il progetto crossmediale internazionale "Why Poverty?" di cui viene presentato il lungometraggio "Solar Mamas" che racconta di una giovane e povera donna giordana che si reca in India, al Barefoot College per diventare ingegnere specializzato nell'energia solare. Anche "Up in Smoke" è un lungometraggio presentato al festival in anteprima e racconta il caso dello scienziato inglese Mike Hands che ha ideato una tecnica di coltivazione sostenibile che si sostituisca all'agricoltura del "taglia e brucia" che sta distruggendo le foreste equatoriali.

Sì, perché il futuro è nelle mani delle buone idee e delle "buone pratiche", ne è convinta l'Iccg che nel 2013 darà il via a una piattaforma interattiva ("Best Practice") nella quale verranno raccolte tutte le migliori pratiche in tema di cambiamenti climatici, scegliendole soprattutto tra quante si dimostrino efficaci, economiche e replicabili. È il cittadino oggi a fare la differenza e quindi bisogna lavorare sulla conoscenza, la comunicazione e l'educazione.

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