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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2012 alle ore 15:51.

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I virus e i malware per smartphone si stanno diffondendo ad alta velocità, ma per fortuna ancora non aggrediscono i dispositivi con la stessa rapidità con la quale gli alter ego per pc infettano Windows. Tuttavia l'humus offerto dai cellulari intelligenti fa gola ai creatori di queste app pericolose. Sì, perché questi sviluppatori non agiscono per divertimento, ma per arrcchirsi. Oggi con gli smartphone è possibile guadagnare denaro, e, con la dominanza di una piattaforma (Android), colpire un elevato numero di utenti. Un cocktail perfetto, tanto che nel solo secondo trimestre sono triplicati i programmi nocivi per smartphone, con oltre 15 mila nuove minacce rilevate tra aprile e giugno. Inoltre nel Google Play ci sono migliaia di app potenzialmente dannose e il 90% dei malware oggi disponibili sono indirizzati alla piattaforma di Big G.

Le attenzioni si concentrano su Android, ma gli altri sistemi operativi non dormono sonni tranquilli. Apple ha avuto qualche grattacapo con iOS, nonostante le applicazioni siano controllate una a una e vidimate. Basti pensare ai recenti problemi con Whatsapp. Proprio l'app di terza parte, come in questo caso, potrebbe offrire un accesso indesiderato all'iPhone. Per non parlare delle Web app, cioè dei software che operano su internet attraverso il browser che sfuggono ai controlli. E senza dimenticare i Melafonini "sbloccati" con il jailbreak, aperti a qualsiasi rischio. Per Windows Phone, Symbian e BlackBerry il problema incide in misura notevolmente inferiore.

Ma l'approccio dovrebbe essere comuqnue improntato alla cautela. Serve l'antivirus per mettere uno scudo: qui ne recensiamo cinque, a cui si aggiungono le proposte di GData, TrendMicro e F-Secure. Serve anche un po' di cautela evitando di installare applicazioni provenienti da fonti sconosciute o sospette, di accogliere inviti via mail o altro tipo di messaggio a inserire i dati su improbabili siti e di compiere azioni sconsiderate che potrebbero mettere a rischio l'integrità della piattaforma in uso. Anche perché oggi i rischi sono per gli smartphone. Ma già si guarda ai tablet, e qui la faccenda si complica.

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