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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2012 alle ore 15:06.
Al Festival di Roma, che si è appena concluso, il regista indipendente Larry Clark ha annunciato che il suo ultimo film, «Marfa Girl», sarà disponibile solo sul suo sito. Clark ha difeso la sua scelta per smarcarsi dal mercato della distribuzione, rivendicando così la sua indipendenza, ma ha anche sottolineato come la rete sia il futuro del cinema. Negli stessi giorni l'Anica ha annunciato che a dicembre sarà online Anica On Demand, piattaforma che offre oltre 800 titoli noleggiabili da pc, tablet, console e smart tv. Ma la rete non solo sta dimostrando di essere un efficace mezzo per archiviare e distribuire cinema, affiancandosi così ai normali circuiti di mercato, ma sta divenendo anche il luogo dove si sperimentano forme diverse di audiovisivo.
L'annuale forum sulla crossmedialità Power to the Pixel, che si è svolto a Londra, ha riunito produttori di cinema, tv, game, pubblicità, rete e interattività per riflettere sulle potenzialità di questi prodotti. Il forum ha mostrato un mercato vivace e creativo, con la presenza del National Film Board (Nfb) del Canada, che ormai da parecchi anni è attivo nella produzione di film interattivi e di web documentari crossmediali. E inoltre con le produzioni della californiana The Fourth Wall che ha presentato la web serie «Meridian» per Rides.tv, piattaforma nata per fruire intrattenimento su diversi schermi come browser, smartphone e tablet. «Meridian» è un thriller in tre parti in cui l'utente può interagire ricevendo messaggi e sms. Lo smartphone diviene un mezzo per immergersi in una narrazione interattiva, proprio come fa «Ingress», un game in realtà aumentata prodotto da Google, che situa l'esperienza di gioco nello spazio pubblico sovrapponendo cyberspazio e realtà.
Anche il mondo del documentario si è accorto delle potenzialità delle narrazioni crossmediali, come sottolinea Luca Mosso, direttore di Filmmaker, manifestazione in corso a Milano: «Questa è la prima edizione, per esempio, in cui la maggior parte dei film viene proiettata in 2k tramite il Dcp dello Spazio Oberdan». Si tratta del Digital Cinema Package, formato digitale per la distribuzione cinematografica che consente di preservare la qualità iniziale del film per la proiezione in sala. «Il tema del digitale non si limita ai mezzi di ripresa; ci interessano anche di più le implicazioni sociali della tecnologia. La disponibilità di tecnologie portatili e le potenzialità della rete ci hanno portato a collaborare con l'Agenzia Codici per il progetto Daje». Il piano prevede che gli utenti postino le proprie visioni di realtà per creare una piattaforma partecipata, interattiva. «È rivolto soprattutto a soggetti come i ragazzi appena arrivati in Italia che, pur avendo una conoscenza limitata della lingua italiana, hanno grande confidenza con le tecnologie», conclude Mosso.
Mentre un altro festival, «IMMaginario 3.0», che si svolge a Perugia, ha proposto progetti televisivi e radiofonici in grado di ibridare i linguaggi come le web serie italiane che spiccano per originalità e per modalità interattive, integrando i commenti o chiamando in causa gli utenti nelle scelte narrative. La manifestazione - come spiega Alessandro Riccini Ricci, coordinatore del festival - ha puntato molto sui laboratori: «IMMedialab è un progetto creativo dedicato alla sperimentazione di nuovi format per narrare storie con i media sociali. L'ipotesi di base è quella di prendere alcuni prodotti o progetti già realizzati per dei media tradizionali e trasformali in piattaforme che uniscano la tv o la radio ai new media» Progetti come L'Amore al Tempo della Crisi, «un web doc in collaborazione con Rai3. Ogni utente potrà realizzare un video della durata massima di 5 minuti a tecnica libera. Tutti i video saranno pubblicati, alcuni saranno selezionati e montati per realizzare un film documentario della durata di 60 minuti che sarà poi mandato in onda da Rai3».
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