Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2012 alle ore 13:43.

My24
(© itu)(© itu)

Molte voci e, per ora, pochi dati di fatto alla Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni che si svolge, a porte chiuse, a Dubai organizzata dall'Itu, l'agenzia dell'Onu che si occupa di telefonia. Il fischio d'inizio è clamoroso come il rischio di un fiasco: l'obiettivo dichiarato della conferenza è quello di "rivoluzionare" le regole economiche di internet. L'idea è stata lanciata da alcune compagnie telefoniche e dall'Etno e, a quanto pare, è coerente con le strategie di stati come la Russia e la Cina che vorrebbero contrastare l'attuale assetto libero ma anche molto americano della rete, nonché ridurne la neutralità.

Oggi internet si paga per connettere i computer alla rete: si vorrebbe invece che il pagamento avvenisse in funzione della quantità di dati inviati dai computer. Google dovrebbe pagare qualcosa alle telco quando restituisce le sue risposte a un utente che fa una ricerca sul suo motore o quando mostra un video di YouTube. Facebook dovrebbe pagare quando fa apparire la timeline di un utente. Un blogger e un giornale dovrebbero pagare quando qualcuno legge le loro pagine. Questo trasformerebbe l'economia della rete in qualcosa di simile alla telefonia. Con tanto di accordi internazionali simili al roaming da stringere per regolare i pagamenti per i pacchetti di dati che partono da uno stato e ne attraversano altri prima di arrivare a destinazione. Questo riporterebbe i vari regimi politici e molte telco al centro del potere nelle tlc, attraverso l'Itu. L'agenzia è nata nel 1865 per regolare la trasmissione di telegrammi e si è sviluppata per standardizzare le regole della telefonia, nel contesto in cui gli operatori nazionali erano anche quasi sempre statali e monopolisti. La liberalizzazione delle tlc ha ridotto la sua importanza, internet ha accentuato la tendenziale marginalizzazione. Se i flussi di pagamenti su internet dovessero essere riorganizzati in modo da fare assomigliare la rete al sistema telefonico, le regole definite dall'Itu per il telefono ritroverebbero importanza estendendosi a internet.

Sono contrari Europa e Stati Uniti (dove Senato e Camera si sono espressi votando in blocco una risoluzione) come anche Google e le imprese che offrono servizi internet, mentre Russia, Cina e alcuni paesi mediorientali sembrano favorevoli insieme ad alcune telco. Già questo basta per immaginare che la proposta non passerà: «Le decisioni dell'Itu sono sempre state prese all'unanimità – spiega Stefano Quintarelli, pioniere della rete in Italia – perché riguardano standard e interoperabilità». Difficile che una "rivoluzione" venga fatta a maggioranza semplice. E soprattutto una rivoluzione dagli obiettivi opachi: non è evidente che questo cambiamento redistribuisca correttamente il governo della rete. Anche perché la nozione stessa di governo della rete è poco chiara.

«Internet è solo un linguaggio che consente ai computer di comprendersi quando si parlano – aggiunge Quintarelli –. Non esiste il proprietario o il governatore di un linguaggio. Poiché un linguaggio evolve attraverso l'uso, ci sono casomai delle autorità che ne prendono atto aggiornando gli standard». Certo, come linguaggio, internet è più simile all'inglese che all'esperanto, visto che è nato in America prima di essere usato in tutto il mondo: e le autorità che definiscono gli standard, aggiornano le regole tecniche e gestiscono i registri degli indirizzi sono di origine americana, come l'Isoc, lo Iana e l'Icann. Ma sono garanti più tecnici che politici e tendono a internazionalizzarsi.

L'Ocse ha preso posizione contro la proposta di cambiare il modo di pagare internet. In difesa della neutralità della rete e delle sue conseguenze. Internet ha generato mutamenti profondi, aperto strade alla libertà di espressione, messo in crisi vecchi poteri economici, sicché non stupisce che alcuni vogliano domarla e riportare il sistema delle comunicazioni al livello preesistente. Nessuna persona dotata di buon senso sottovaluta i problemi culturali e sociali che la forma assunta finora dalla rete non ha risolto o ha alimentato. Ma i vantaggi che ha portato a miliardi di persone sono superiori agli svantaggi che ha generato per poche centrali dell'antico regime. La rivoluzione proposta all'Itu è in realtà una controrivoluzione. I difetti della rete non saranno corretti da dinosauri o stati autoritari, ma dall'energia innovativa che la rete ha dimostrato di alimentare.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.