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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2012 alle ore 16:37.

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Da 20 metri a meno di due. I sistemi satellitari Gps che molti di noi usano in auto o in barca non sono precisissimi perché per ragioni di sicurezza il governo Usa che gestisce la costellazione di satelliti rende disponibile il segnale per tutti ma con un margine di variazione di circa 20 metri. Venti metri sono un margine tollerabile nella gran parte dei casi ma non se si vuole fare atterrare un aereo.

Così in Europa è stato creato il sistema Egnos che acquisisce il segnale del Gps, lo corregge e lo ritrasmette riducendo il margine di imprecisione a meno di due metri, sufficienti per qualsiasi applicazione, compreso l'atterraggio e il decollo di aerei civili guidati dal satellite. Egnos è un sistema che si compone di tre satelliti geostazionari e di una serie di stazioni a terra che hanno il compito di elaborare il segnale, di verificarlo, di gestire tutte le operazioni di controllo. In Italia i primi aeroporti ad applicare la procedura di atterraggio satellite-guidata sono quelli di Milano Linate e Milano Malpensa che a partire dal 13 dicembre 2012 adottano la procedura Egnos in affiancamento a quella tradizionale con i sistemi di guida all'atterraggio con base a terra, i cosiddetti Ils (Instrumental landing system).

«Egnos è un importante passo avanti nell'evoluzione tecnologica della gestione del traffico aereo – spiega Iacopo Prissinotti, responsabile strategie internazionali di Enav (ente nazionale di assistenza al volo) – perché ci consente di applicare anche alla fase di avvicinamento e di atterraggio la procedura satellitare, già usata in fase di navigazione. Ciò è importante perché permette anche ai piccoli aeroporti che non dispongono di Ils di accrescere il livello di sicurezza potendo disporre di un sistema di assistenza all'atterraggio, aiuta a migliorare l'efficienza delle traiettorie di rotta e della gestione del traffico diminuendo costi e consumi per le compagnie aeree, a ottimizzare la gestione dei tempi con riduzione di ritardi e accorciamento della durate dei voli, contribuendo così anche a ridurre l'impatto ambientale». Enav è uno dei 7 enti di gestione del traffico aereo europei che partecipa (con una quota del 16% pari a quella di Germania, Spagna, Francia, Inghilterra, mentre Portogallo e Svizzera partecipano con quote dell'8%) alla società Essp (European satellite service provider) che è la società di diritto francese con sede a Tolosa che ha acquisito dalla Commissione europea e da Eurocontrol (Federazione delle società di assistenza al volo europee) la gestione del sistema Egnos.

«La procedura guidata da Egnos affiancherà quella tradizionale guidata dai sistemi a terra sia perché non tutti i piloti sono ancora abituati a usarla, sia perché l'idea è quella di avere un backup dell'Ils, cosa utilissima perché il sistema terrestre ha costi e tempistiche di manutenzione elevate. Inoltre Egnos ha un impatto quasi nullo sul lavoro dei controllori di volo perché la sua introduzione non richiede particolari modifiche alle procedure, anzi consente di migliorare la flight efficency plan», spiega Marco Casiraghi, vicario del centro Acc (Aria control center) di Milano che ha competenza sullo spazio aereo dell'Italia nord occidentale e degli aeroporti della Corsica. Egnos è una componente del programma di evoluzione tecnologica Sesar che Enav, coi suoi partner europei, sta portando avanti ed è anche un importante passo intermedio verso l'introduzione del sistema di posizionamento satellitare europeo Galileo. Il segnale di Egnos infatti è ricevibile da chiunque si doti di un navigatore satellitare compatibile. «Oggi i tre satelliti geostazionari di Egnos – aggiunge Prissinotti – coprono l'intera area europea e il nostro obiettivo è di estendere la copertura anche al Mediterraneo e all'Africa, mentre in Italia prevediamo di estendere la copertura delle procedure Egnos alla quasi totalità degli aeroporti entro il 2014».

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