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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2013 alle ore 14:56.

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Il 5 in 5 di Ibm è un appuntamento imperdibile. Dal 2006 big blue seleziona le cinque innovazioni che cambieranno il modo di lavorare e vivere nei prossimi cinque anni. Va subito detto che gli analisti di Ibm non nascono infallibili. L'anno scorso avevano previsto che avremmo risolto il problema della posta indesiderata. Per ora è rimasto un desiderio.

Le password sarebbe divenute desuete a favore dei sistemi biometrici, mentre col tempo avremmo imparato a riutilizzare l'energia cinetica che normalmente sviluppiamo camminando o andando in bici. Non è detto che non abbiano ragione, anche perché mancano ancora quattro anni allo scadere delle loro previsioni. Ma il valore del "5 in 5" non è tanto nella preveggenza ma nel saper intercettare e interpretare i desiderata di scienziati e consumatori.

Non a caso, quest'anno all'Ibm si sono concentrati su big data e computing. Quello che hanno letteralmente immaginato è un computer dotato di cinque sensi. Capace di acquisire input di dati più ricche e restituire risultati più umani. Dotare un computer dell'abilità di annusare, toccare, gustare e sentire vuol dire dotarlo di sensori, schermi in grado di generare impulsi elettrici (o dotati di proprietà piezoelettriche), filtri per analizzare sostanze chimiche e software di riconoscimento delle immagini. Questa mole di informazioni va poi analizzata e processata. Big data, appunto.

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