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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2013 alle ore 19:15.
L'ultima modifica è del 15 gennaio 2013 alle ore 14:49.
di Luca Salvioli
«Come see what we're building» recita l'invito di Facebook rivolto a blogger e giornalisti per oggi alle 10 a.m. ora californiana, le 19 in Italia. Appuntamento a Menlo Park, fioritura di indiscrezioni su cosa si nasconda dietro il «venite a vedere cosa stiamo costruendo». Si parla di nuove funzioni di ricerca, uno smartphone o sistema operativo mobile, marchiato Facebook, e altri annunci meno clamorosi.
La verità si saprà soltanto tra qualche ora, ma sembra improbabile che si tratti di un telefono, ipotesi smentita tempo fa dallo stesso ceo Mark Zuckerberg.
Diverso il caso della ricerca. In questo caso il concorrente sarebbe Google, che con la pubblicità online fa grossomodo 10 volte i ricavi di Facebook. Il social network si è quotato a Wall Street meno di un anno fa, lo scorso maggio, con il prezzo di 38 dollari ad azione. Negli ultimi giorni il prezzo ha oscillato tra 30 e 31 dollari, dopo aver toccato, nei mesi scorsi, il minimo di 17 dollari.
Secondo il New York Times un motore di ricerca che metta ordine tra le attività degli utenti potrebbe essere una novità importante anche per crescere in termini pubblicitari.
Esempio. Oggi se vogliamo sapere che film ci sono il prossimo week end possiamo andare su Google, cercare la programmazione e magari qualche recensione. Nel caso di Facebook, se il motore ci restituisse il risultato dei film che hanno visto e commentato i nostri amici, potremmo probabilmente fare tesoro di un'informazione più vicina ai nostri interessi. Il quotidiano americano scrive anche che negli ultimi mesi Facebook ha rinforzato la sua divisione di ingegneri dedicata alla ricerca con 100 persone guidate da Lars Rasmussen, ex ingegnere di Google.
C'è anche un indizio tecnico. «Nei mesi scorsi abbiamo osservato che il software di Facebook (Bot-shares) ha iniziato a raccogliere una straordinaria quantità di informazioni dai siti che scandaglia, in alcuni casi anche più di Google» spiega Ale Agostini, amministratore di Bruce Clay Europe. I bot servono ai motori di ricerca per scansire, mappare, analizzare ed archiviare le pagine di un sito web. Perché anche Facebook è passato a questa attività?
Da aggiungere il fatto che negli Stati Uniti il social network sta sperimentando i risultati di ricerca sponsorizzati, che sarebbero in concorrenza diretta con gli Adwords di Google.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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