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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2013 alle ore 15:16.
Le nuove generazioni di televisori hanno immagini ai massimi livelli, offrono video 3D e servizi smart evoluti, ma i progettisti hanno scelto linee tanto sottili da sacrificare inevitabilmente la qualità audio: non c'è più lo spazio fisico per integrare diffusori di pregio e a volte si riescono a malapena a capire i discorsi tra gli attori.
Per un'esperienza davvero coinvolgente anche dal punto di vista audio durante la visione di un film, serve quindi un impianto home cinema. I sistemi completi, di moda qualche anno fa, sono stati affiancati da sistemi più semplici, più economici e meno impegnativi dal punto di vista del posizionamento in salotto.
Gli impianti home theater completi si sono nel frattempo evoluti arrivando a integrare lettori blu-ray e fino a 8 diffusori: un subwoofer dedicato alle basse frequenze, uno centrale per i dialoghi, due frontali e quattro diffusori laterali/posteriori per effetti surround degni di un vero cinema. Il coinvolgimento è massimo e "l'effetto wow" garantito, ma è necessario avere una stanza dedicata alla visione della tv, o una compagna molto appassionata di cinema, visti gli ingombri e i cavi necessari per il collegamento di tutti gli speaker. Soluzioni più semplici come gli impianti 2.1 (con due diffusori per l'audio e uno dedicato ai bassi) hanno una resa inferiore ma comportano un'installazione decisamente più semplice, costi inferiori e garantiscono comunque un buon effetto complessivo.
Chi vuole evitare al massimo l'inestetismo dei cavi può ricorrere a una soundbar, da posizionare sotto al televisore, che integra più diffusori e simula gli effetti surround sfruttando alcuni algoritmi matematici applicati alle onde sonore. È una soluzione esteticamente molto vantaggiosa ma, nonostante le promesse del marketing, i risultati lasciano spesso a desiderare. I proiettori acustici, esteticamente molto simili alle soundbar, sfruttano invece il rimbalzo del suono sulle pareti della stanza per ricreare un effetto surround completo.
L'aspetto è lo stesso ma non la resa sonora, che in questo caso è sorprendentemente elevata e simile a quella di un impianto a più diffusori. Purtroppo anche il prezzo è paragonabile a quello di un impianto completo, pur con la comodità di avere un unico dispositivo. I sistemi migliori sono in grado di regolare automaticamente gli effetti in funzione della dimensione della stanza, della disposizione dei mobili e del materiale di pareti e pavimenti, che influiscono notevolmente sulla resa finale. Meglio quindi preferire la qualità (e la scomodità) o la funzionalità a scapito della qualità audio? È una scelta personale da definire anche in base alle dimensioni del proprio appartamento e alle proprie abitudini, però se volete stupire gli amici, con un proiettore sonoro o un sistema completo 7.1 il risultato è garantito.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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