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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2013 alle ore 08:11.

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«Quando arrivano, mi dicono "Io non conosco i computer, li ho sempre e solo rubati"» racconta un po' divertito Lorenzo Lento che insegna nel carcere di Bollate. Lui dal 2001 è diventato il punto di riferimento per centinaia di detenuti. Libero professionista, lavora come volontario (quasi a tempo pieno) alla Cisco Networking Academy nel carcere milanese. La struttura propone corsi di informatica di diverso tipo, creando così occasioni di crescita personale e opportunità di lavoro.

«C'è addirittura un ex allievo – continua Lento – che ora configura gli apparati di videosorveglianza per tabacchi, ricevitorie». Ma non si deve sapere in giro perché per un ex detenuto perdere il lavoro è molto facile, se si viene a conoscenza dei trascorsi. Lo sa bene un ex-carcerato che preferisce raccontare la sua storia con lo pseudonimo di Enrico. «Dal carcere si esce distrutti o incattiviti» dice lui che ha scontato due condanne (di cui una per rapina in banca) per un totale di sei anni. «Ho trascorso l'ultimo anno e mezzo di pena a Bollate. Lì ho acquisito competenze tecniche, ho scoperto la mia passione informatica ma soprattutto ho sentito di poter fare qualcosa di bello nella vita e sono stato incoraggiato a farlo». Ora, a 46 anni, Enrico progetta e realizza siti web e offre anche una collaborazione a due persone.

Lorenzo Lento di solito accompagna gli ex detenuti, come Enrico, nella ricerca di un lavoro. Ora per facilitare il percorso Lento ha fondato Universo Cooperativa sociale, che ha vinto un contratto per gestire la rete dati e wi-fi, posta elettronica, la telefonia del Conservatorio Verdi di Milano. Il compito sarà affidato a due detenuti del carcere. E non è finita qui. Con i suoi allievi Lento fa volontariato, fuori dal carcere. Ha messo in piedi la rete wi-fi e configurato router e switch dell'Opera Cardinal Ferrari.

Bollate è stato il primo carcere a livello mondiale a ospitare Cisco Networking Academy, un programma di responsabilità sociale che, in tutto il mondo, contribuisce alla formazione informatica, nelle scuole, nei centri professionali e nelle carceri. A Bollate in dieci anni 400 detenuti hanno frequentato i corsi e circa un centinaio hanno ottenuto la Cisco Certified Network Associate. L'80% di loro ha trovato un impiego dentro o fuori dal carcere. E mentre il dato medio di recidiva nelle carceri italiane è del 70%, a Bollate scende al 16-17 per cento. «E si azzera tra i nostri allievi: nessuno è tornato in carcere per aver commesso nuovi reati» spiega Luca Lepore, responsabile del programma Networking Academy per Cisco Italia.

Da Bollate il progetto si è esteso. Tre anni fa è stata creata un'Academy a Castrovillari. Nel paesino calabrese alcuni docenti dell'Itis insegnano informatica all'interno del carcere. Già 50 detenuti e 15 guardie hanno partecipato. E a Cagliari un mese fa attorno al centro di formazione E-People è partita un'Academy all'interno del carcere con 10 detenuti iscritti al corso di Fondamenti di informatica e reti.

Cisco guarda al modello inglese, dove è stato firmato nel 2002 un accordo con il ministero della Giustizia per le carceri. «Ci abbiamo provato diverse volte anche in Italia, abbiamo riscontrato un interesse generale ma poi non si riesce ad andare avanti – racconta Lepore – Ci vorrebbe un accordo nazionale con una valenza operativa, che veda impegnato il Ministero direttamente, anche un investimento».

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