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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2013 alle ore 14:25.
Tre ore e mezzo per scegliere un ristorante e prenotare da casa con una telefonata: per Chuck Templeton fu un'esperienza indimenticabile. Era il 1998. Internet in quattro anni aveva allargato i confini con la posta elettronica, l'ecommerce e le ricerche online. Fu un'ispirazione: Templeton costruì un sito web per chiedere in pochi secondi di riservare un tavolo. Era originario di San Francisco, culla di tante startup hi-tech, ma viveva a Chicago, dove anni dopo debutterà Groupon. L'idea ha presto successo. Poi nel 2004 Templeton ha lasciato le redini dell'azienda. OpenTable è sbarcata in Borsa nel 2009. E ha registrato un'accelerazione nel volume di prenotazioni decise attraverso applicazioni software per dispositivi mobili: durante l'anno scorso sono state 54 milioni. Groupon invece ha aperto la strada agli acquisti in gruppo di coupon digitali. OpenTable traccia un sentiero seguito da altri. Per i camerieri significa liberarsi del blocchetto degli appunti e dimenticare complessi schemi tracciati con la penna. A scrivere sono le persone dallo schermo di uno smartphone attraverso un calendario digitale per indicare la data e l'ora.
E i tavoli dei luoghi di ristorazione diventano il laboratorio creativo di una startup, RestOpolis: gli iscritti possono prenotare con un'applicazione software per dispositivi mobili oppure sul web in circa 500 ristoranti, al momento soprattutto nell'area di Milano, e in alcuni casi gli utenti hanno accesso a coupon promozionali. È inoltre una rete sociale online dove condividere commenti. Sono tre i fondatori della startup, che crea anche app su misura per i ristorantri: Almir Ambeskovic, Antonio Sorrentini e Sergio Nava. In Italia hanno intrapreso una strada simile imprese innovative come MiSiedo e Cibando che permette agli utenti di tracciare con le dita un cerchio sulla mappa visualizzata dallo smartphone per trovare i luoghi di ristorazione nelle vicinanze. A fare da apripista in Italia è stata la community di 2Spaghi, nata dall'intuizione di due sviluppatori software appassionati di gastronomia quando si discuteva di folksonomy durante i primi anni del web 2.0: sono le categorie stabilite dal pubblico online con le tag. Nel caso di 2Spaghi i partecipanti della community hanno costruito fin dai primi anni una dettagliata cartina digitale dei ristoranti sul territorio mediante tag che hanno portato alla luce anche itinerari di cucina etnica.
Lo schermo degli smartphone è una bussola per orientarsi, prenotare, acquistare coupon promozionali. E per condividere passioni. Nelle bacheche di Instagram sono 35,7 milioni le fotografie pubblicate con tag #food: è il 32esimo argomento più discusso nel social network. Le tag di un tempo sono diventate gli hashtag che la community dello spazio di photosharing adopera per organizzare album tematici in tempo reale (ad esempio, #pizza) grazie alla collaborazione di volontari che per una giornata scattano fotografie dedicate a un argomento. Anche le ricette possono essere un'occasione di conversazione come dimostra l'applicazione software di Giallozafferano. Agli appunti presi sullo schermo di uno smartphone guarda invece Evernote: è un block notes digitale e ha conquistato consensi tra i giornalisti. Per ampliare i confini ha raddoppiato con un'altra app, Evernote Food, dove gli iscritti della community ritagliano frammenti delle pagine web, raccolte in seguito in una cartellina digitale.
È alle porte il Mobile World Congress di Barcellona che inizia questa settimana. E salgono sul palcoscenico le tecnologie Nfc integrate in smartphone e tablet. Per acquistare un pasto è sufficiente adoperare il cellulare dotato di portafoglio elettronico (ewallet) e accessibile come applicazione software, connesso con carte di pagamento digitali o virtuali: non occorre prendere il portafogli, ma è sufficiente avvicinare lo smartphone al pos dotato di lettore contactless. Secondo le stime di Forrester Research le transazioni di prossimità che includono l'uso di Nfc e di ewallet hanno raggiunto negli Stati Uniti un valore di 549 milioni di dollari durante il 2012: arriveranno a 41 miliardi di dollari nel 2017.
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