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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2013 alle ore 08:11.

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Sei miliardi e trecento milioni di abbonamenti telefonici, pronti a diventare nove miliardi entro il 2018. Un miliardo e mezzo di connessioni a banda larga mobile, che esploderanno a sei miliardi in cinque anni. La rivoluzione dell'internet onnipresente - fotografata dai numeri del Mobility report di Ericsson di febbraio - è passata, edizione dopo edizione, dal Mobile world congress che apre oggi a Barcellona, fiera di un universo che da nicchia si è rapidamente trasformato in una dimensione della nostra vita quotidiana. C'è da capire questo: come cambierà questa quotidianità, quali applicazioni, con quali punti di accesso.

Ci sono, anzitutto, gli smartphone. Il cellulare ha subito un salto di paradigma sposandosi con internet e le app. Poi sono arrivati i tablet, ora i phablet, una via di mezzo tra i 5 e i 7 pollici. Al loro fianco, intanto, crescono nuovi oggetti connessi e si sposta il fronte dell'innovazione sull'hardware: occhiali, orologi, sensori biometrici. Un giorno, forse, saranno loro i protagonisti. La gara tra i produttori si è fatta muscolare. Si combatte a colpi di processori, super fotocamere, possibilità di connettersi alle reti ultraveloci Lte e di offire pagamenti con la tecnologia Nfc. Gli operatori, intanto, combattono in un nuovo paradigma dove la voce ha lasciato sempre più spazio a internet, solo che il passaggio non è indolore in termini di ricavi. Tra i grandi protagonisti ci sono poi le internet company, i vendor di tecnologia, i pubblicitari, le compagnie di carte di credito. Nessun annuncio rivoluzionario in questa edizione, almeno sulla carta, ma l'evoluzione di percorsi già intrapresi lo scorso anno.

Nel mondo connesso, la sfida è ora come non mai anche sulle reti. «Corre il numero di connessioni e la quantità di dati, il nostro problema è gestirle al meglio offrendo stabilità e qualità del servizio – spiega a Nòva24 Hans Vestberg, classe 1965, svedese, ceo di Ericsson dove è entrato 25 anni fa, dopo la laurea –. Investiamo molto in ricerca in questa direzione. Significa sviluppare i processi che gli operatori usano per gestire la relazione con il cliente, ad esempio tariffazione, pagamento, profilo dei servizi. C'è poi l'offerta di contenuti multimediali, che deve garantire livelli di elevata efficienza e prestazioni». L'ambito consumer ha subito una rivoluzione, che ora sta arrivando alle aziende. «Il modo in cui operano logistica, finanza, software e altre industrie sta per essere rivoluzionato da banda larga mobile e cloud», continua Vestberg. Si tratta di progetti complessi sviluppati in collaborazione a distanza e nuovi sistemi di accesso e gestione dei dati. La scorsa edizione, la parola chiave era stata Lte. Ora la Long term evolution è realtà anche in Italia: da poche settimane in molte città è possibile sottoscrivere, a pagamento, gli abbonamenti a internet superveloce offerti dagli operatori. Quali saranno le principali applicazioni? «Non credo ci sia una killer application – risponde Vestberg –. Il più grande benefit del 4G è la latenza (il tempo di risposta, ndr), che è tre volte inferiore rispetto al 3G. Questo significa che ci vuole meno tempo per accedere a internet. Le aziende ne avranno grandi benefici: pensi al trading in realtime, l'accesso alle informazioni. Oggi ci sono circa 60 milioni di abbonamenti Lte, sono pochi rispetto ai 6,3 miliardi complessivi ma rispetto al passaggio da 2G a 3G questa è la trasformazione tecnologica più veloce».

Guardando avanti, «il fatto che nel 2018 il 92% della popolazione avrà una connessione a internet porterà enormi conseguenze – sottolinea Vestberg –. Una di queste è lo sviluppo dell'healthcare. In Africa c'è un medico ogni 10mila abitanti. Con gli smartphone diventerà possibile cercare informazioni sanitarie, fare analisi dei dati del paziente, condividerli da remoto. Vedremo una trasformazione incredibile, ora solo agli inizi». Altro campo di applicazione sarà la riduzione della CO2: «L'Ict verrà usato sia in maniera attiva che difensiva. Penso alle reti elettriche intelligenti, le auto connesse e i nuovi carburanti che ottimizzeranno i consumi e abbatteranno le emissioni».

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