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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2013 alle ore 15:07.

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Gli analisti li chiamano "phablet" ma nessuno dei produttori scesi in campo con apparecchi dotati di schermo dai 5,5 pollici in su li ama chiamare così. Tanto meno Samsung, che questa nuova categoria di dispositivi ibridi, a metà strada fra smartphone e tablet, l'ha di fatto inventata con il primo Galaxy Note. Lg Optimus G Pro, Huawei Ascend Mate, Zte Grand Memo, Asus FonePad: al Mobile World Congress sono questi i super telefoni ammirati in vetrina. Tutti di matrice asiatica (coreana, cinese e taiwanese) e tutti con a bordo Android. Ecco quindi il primo doppio denominatore comune di un segmento che gli stessi vendor definiscono di nicchia. Ma a quale fascia di utenti si rivolgono? Sono veramente utili? Per rispondere a queste domande Nova24 li ha visti e velocemente provati negli stand della fira di Barcellona. E ci siamo fatti queste impressioni.

Sotto il profilo del design si rassomigliano a prima vista parecchio: difficile, coprendone il marchio, distinguerli uno dall'altro. La natura di device extra large la si percepisce prendendoli in mano: chi ritiene "faticoso" maneggiare uno smartphone da 4,8 pollici (come il Galaxy S III) è meglio che abbandoni subito l'idea di chiamare, chattare o navigare online con un terminale da 5,7 (il Grand Memo) o 6,1 pollici (l'Ascend Mate). Anche il modello più compatto, quello di Lg, è sicuramente un oggetto che fa felici gli adepti di YouTube e del gaming in mobilità ma con i suoi 5,5 pollici di schermo è difficile pensarlo come un cellulare. Il FonePad è l'esempio limite: mettere all'orecchio una tavoletta da 7 pollici per telefonare è un esercizio per lo meno complicato. Se non comico. Va bene che lo spessore è contenuto (si va da un minimo di 6,7 millimetri a un massimo di 10,4) ma parliamo pur sempre di dimensioni fuori dal comune.

Le prestazioni multimediali, grazie alla potenza dei processori che questi device hanno nel motore e ai sensori da diversi megapixel delle fotocamere integrate, sono mediamente buone ma solo in qualche caso possiamo dire che video, immagini e pagine Web appaiono sullo schermo con una definizione pari a quella delle Tv di ultima generazione. Anche sulle interfacce utente qualche obiezione la si può muovere mentre la qualità delle app e della connessione su rete mobile non dipende certo dalla grandezza dello schermo. Vale quindi la pena avere un pollice in più di display per soddisfare la propria fame di intrattenimento in salsa digitale (a bordo del Grand Memo spicca in tal senso la tecnologia audio Dolby Digital Plus)?

Se la discriminante per rispondere è il prezzo meglio aspettare l'arrivo nei negozi dei vari prodotti. Quello di Lg, tra l'altro, al momento in Italia non ci arriverà e solo del FonePad si conosce il costo, 219 euro. Poco, ma è una spesa utile? É una questione di esperienza d'uso del device, risponderebbero gli esperti. E forse è proprio vero. Ma anche la comodità di portarselo appresso in un taschino ha la sua importanza. Discorso a parte, infine, merita il Galaxy Note di Samsung, che a Barcellona ha messo in vetrina il nuovo modello 8.0 (da 8 pollici di schermo). Ma il Note non è un super telefono, e nemmeno un phablet. Almeno questo pensiamo di averlo capito.

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