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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2013 alle ore 19:53.
Negli ultimi dieci anni lo sviluppo delle biotecnologie in tutto il mondo è stato tumultuoso e spesso caotico, non governato da una visione d'insieme e da una suddivisione razionale di ruoli e competenze. Ciò ha portato da una parte a conseguire risultati molto importanti, sovente prima del previsto, ma dall'altra a disperdere fondi, a duplicare varie ricerche e a perdere di vista alcuni degli obiettivi più urgenti. Per questo nel 2012 il World Economic Forum ha lanciato il Global Agenda Council on Biotechnology, una piattaforma triennale (2012-2014) di discussione e condivisione delle tematiche biotecnologiche che ha portato all'individuazione di dieci punti fondamentali su cui investire, e che dovrebbe servire a governi e aziende per indirizzare meglio sforzi e risorse.
La top ten è stata discussa in diversi incontri internazionali ed è giunta ora alla sua versione definitiva. Nel presentarla, Lee Sang Yup, docente emerito del Korea Advanced Institute of Science and Technology (Kaist) e responsabile del progetto, ha sottolineato come le biotecnologie stiano giocando «un ruolo sempre più importante nella tutela della salute umana, nell'approvvigionamento di cibo, in agricoltura, nell'industria chimica, in quella energetica e dei materiali. L'industria attuale, che si basa essenzialmente su derivati dei combustibili fossili, dovrà presto riconvertirsi per adottare sempre di più processi sostenibili basati sulle biomasse, sugli scarti alimentari non commestibili e sull'anidride carbonica per la produzione di carburanti, materie chimiche ed energetiche. Le biotecnologie saranno insomma al centro di un cambiamento epocale».
Fino a tutto il 2014, il Council sarà impegnato anche a individuare strategie efficaci di commercializzazione dei prodotti via via introdotti sul mercato, a rendere più omogenea la comunicazione tra i diversi paesi su questi temi, a prevedere (e predisporre rimedi per) eventuali effetti negativi o comunque inattesi o indesiderati (come il bioterrorisimo) e a coinvolgere sempre di più l'opinione pubblica nei processi decisionali. Un esempio del tipo di sforzo che si sta facendo viene dalla cosiddetta 3B Platform, un progetto che include lo sviluppo di bioraffinerie, biotecnologie e bioenergia e che coinvolge attualmente, oltre al Forum, la China Petroleum, la Chemicals Industry Federation e il World Council on Industrial Biotechnology con lo scopo di implementare le bioraffinerie in Cina. Un'altra piattaforma collaborativa simile è stata ideata per Nord America e Brasile.
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