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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2013 alle ore 19:53.
A passare davanti alla vetrina sembra un negozio di giocattoli, ma il design minimal fa sospettare qualcosa di più futuristico. Nel centro di New York, a due passi da Little Italy, c'è un piccolo negozio che ha scommesso su una grande rivoluzione: MakerBot è il primo punto vendita specializzato in stampanti 3D. Aperto lo scorso novembre, il negozio nasce per la commercializzazione delle stampanti MakerBot Replicator, prodotte a Brooklyn, ma è anche una finestra sulle potenzialità di questa tecnologia.
Replicator è una stampante da scrivania, della grandezza di un microonde, pensata per utenti non professionali. Per 2.800 dollari ci si può portare a casa l'ultimo modello, Replicator 2X, ma ci sono anche varianti più economiche fino a 1.750 dollari. Al posto dell'inchiostro la plastica, acquistabile in filamenti da 48 dollari al chilo e disponile in 30 diversi colori. Entrando nel negozio si può vedere la stampante in funzione e assistere alla creazione, strato dopo strato, di nuovi oggetti. Quel che ne viene fuori è in mostra (e in vendita) sugli espositori: aeroplanini, orologi, braccialetti e le teste di Obama (in blu) e Romney (in rosso) che, ci dicono, sono andate forte lo scorso autunno. Su una parete, una serie di distributori con palline sorpresa: inserito il gettone e girata la manopola, esce un oggetto a caso tra fiori, robot, animaletti. Per lo più si tratta di gadget, ma, ci garantisce Bre Pettis, fondatore e inventore di MakerBot, si possono fare anche cose utili. «Un utente racconta di aver usato Replicator per creare introvabili pezzi di ricambio per una macchina del caffè che altrimenti avrebbe dovuto buttare – dice Pettis –. E due maker hanno costruito una protesi molto economica per un bambino sudafricano nato senza le dita di una mano».
La missione è far conoscere la stampa 3D: vedere per credere è il motto del negozio. MakerBot organizza conferenze e corsi. Ma l'attrazione è la cabina per foto tessere in 3D. «Ti siedi, sistemi la sedia e delle fotocamere digitali iniziano a scattare foto della tua testa per poi generare un'immagine tridimensionale che puoi stampare in tre diverse dimensioni» conclude il fondatore di MakerBot.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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