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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2013 alle ore 21:57.

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Inizi del secolo scorso. Parte da molto lontano la storia del Parco Scientifico Tecnologico ComoNExT (dove Next sta per Nuove Energie per il Territorio), il primo della provincia di Como, che dopo qualche anno di "incubazione" ha preso vita ufficialmente il 28 maggio del 2010 a Lomazzo, centro a pochi chilometri dal capoluogo lariano sull'Autostrada dei Laghi. La sede del Parco? Il complesso dell'ex Cotonificio Somaini, nel centro storico della cittadina.

A poche centinaia di metri dalla stazione. Più di 100 anni fa la nascita di questa fabbrica segnò la trasformazione di quest'area da agricola a industriale, proprio in coincidenza con l'arrivo della ferrovia. Oggi questo complesso, interamente conservato e ristrutturato dopo la definitiva chiusura a metà degli anni 90, ospita una società il cui fine è quello di rilanciare l'economia di un territorio penalizzato dalla crisi del settore tessile e non solo di quello. Con una precisa missione: attrarre attività di impresa innovative cui erogare assistenza e consulenza a vari livelli: tecnica, progettuale, strategica ma anche commerciale e fiscale.

Come vive il Parco lo abbiamo chiesto a Giorgio Carcano e Stefano Poretta, rispettivamente presidente e direttore di ComoNExT, nuovi padroni di casa dell'enorme ex cotonificio. «Siamo intervenuti – precisa Carcano – su una superficie di 12mila metri quadri, di cui 8mila utilizzati per creare i circa 70 spazi (fra uffici e laboratori, da un minimo di 60 a un massimo di 130 metri quadri l'uno) destinati all'operatività di altrettante aziende. Oggi sono 53 quelle presenti, di cui 18 incubate direttamente dal Parco, con una copertura degli spazi pari ai due terzi delle sue effettive capacità. Oltre 350 sono le persone che vi lavorano quotidianamente, comprese le otto della nostra struttura». Nel segno delle tecnologie avanzate (Led, realtà virtuale, applicazioni WebML e altro) e di una visione concreta del concetto di «fare rete».

Tre anni fa, al momento dell'apertura, le imprese insediatesi erano 13. L'obiettivo, dice Poretta, «è di portare la popolazione attiva a 600/700 unità» utilizzando gli altri due lotti del complesso (che si estende per un totale di oltre 20mila metri quadrati) al momento oggetto di ristrutturazione. Operai e ponteggi fanno in effetti da sfondo a sale riunioni e stanze di lavoro. Queste ultime si appoggiano a un'infrastruttura tecnologica che prevede connessioni di rete in fibra ottica e wireless, alimentazioni elettriche protette da Ups, possibilità di scarico fumi all'esterno, predisposizione per l'utilizzo di gas tecnici. «Ogni azienda – completa il quadro Poretta – può organizzare una personale sala macchine con server e altri apparati di proprietà in appositi rack allestiti nel seminterrato».

Il vero valore di ComoNExT è però un altro. E si chiama filiera. «Non siamo un parco dedicato alla sola e pura innovazione – spiega in proposito Carcano – ma un polo generico. Un incubatore di start up ma anche una struttura di supporto per giovani e piccole imprese o reparti di R&D di aziende più strutturate. Operiamo come sistema completo sotto tutti i punti di vista, con una forte sensibilità verso il territorio e nell'ottica di dare sistemicità al processo di crescita e aggregazione di nuove iniziative imprenditoriali. In campo mettiamo competenze per promuovere eventi, individuare finanziamenti nazionali ed europei, collaborare con le università e i centri di ricerca, collegarsi con il mondo del seed e dei venture capital».

Un vero e proprio ecosistema di filiera, che a detta di Carcano non è minimamente soggetto al rischio di eccessivo affollamento di poli tecnologici e acceleratori. Per ComoNExT parlano le idee – vedi il nuovo bando Ict lanciato in collaborazione con l'incubatore H-Farm Ventures o la volontà di ospitare nel 2015 il congresso mondiale dei Parchi Scientifici – e progetti concreti come i contributi di avviamento (per 10 aziende) da 50mila euro della Camera di commercio o gli interventi di Como Ventures a sostegno delle imprese nate o cresciute nel parco. Imprese come Microenergy, focalizzata sul processo di industrializzazione di un nuovo materiale derivante da scarti di lavorazione in ambito metallurgico, o Directa Plus, attiva nel campo del grafene. Dal cotone alle nano tecnologie. Un viaggio lungo oltre un secolo. Appena ripartito.

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