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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2013 alle ore 16:29.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2013 alle ore 17:42.

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Un'idea visionaria può diventare un sogno condiviso? E questo può diventare, grazie alla Rete, un progetto per un sistema rivoluzionario di trasporti? Pare di sì, a vedere la breve e già molto intensa storia di Hyperloop, l'idea lanciata da Elon Musk, l'uomo che in pochi anni ha fondato il sistema di pagamento Paypal, l'industria per la prima auto totalmente elettrica, Teslamotor, e anche la prima compagnia spaziale privata di successo, SpaceX.

Una rivoluzione, da Los Angeles a San Francisco a 1.120 chilometri all'ora, 35 minuti di percorso per fare i 610 chilometri di distanza fra le due grandi città. Il tutto senza attese o altre perdite di tempo e a 20 euro. Come si fa? Semplice si mettono tanti moduli capsula per passeggeri che viaggiano dentro un grande tubo sospeso su pilone a 100 metri dal suolo e poi via. Ricorda un po' il sistema di posta interna di tanti vecchi film americani in bianco e nero, quando il protagonista metteva un foglio dentro una specie di barattolo e lo spediva dentro un tubo verso l'ufficio desiderato, spinto dall'aria compressa.

Bene questa non è più un'idea visionaria di Musk, che l'aveva "regalata" all'umanità qualche mese fa dicendo che non aveva tempo per realizzarla, e c'è da credergli visto quel che ha fatto in soli 43 anni. Ora, e questa è una seconda piccola ma significativa rivoluzione, se ne prende cura Hyperloop Transportation Technologies, guidata anche da un italiano, Marco Villa, che proviene da una posizione di rilievo proprio di Spacex, l'industria spaziale di Musk che ha vinto contratti miliardari con Nasa per portare rifornimenti alla Stazione spaziale internazionale.

Fino a qui la cosa non sarebbe poi troppo strana, ogni giorno si formano nuove società se qualcuno ci mette soldi e iniziativa. Certo il progetto è stato criticato da molti e giudicato irrealizzabile ma se funzionerà rivoluzionerà i sistemi di trasporto e di conseguenza anche la società che serve.

Questo è da vedere, ma quello che interessa è la joint adventure con JumpStartFund, una delle più note piattaforme di crowdfunding e crowdsourcing californiane, e il l modo con cui si si è arrivati alla decisione di formare la nuova società, decisamente innovativo.

JumpStartFund è infatti il punto di incontro della comunità di investitori in cerca di startup o anche solo idee di possibile successo. Grazie alla piattaforma di rete la comunità dei suoi utenti può proporre un progetto, ma soprattutto criticarlo, revisionarlo, dare consigli, definirlo al meglio e infine decidere se partire o meno con l'avventura su basi solide e meditate. A questo punto ogni membro può decidere se entrare nel business in termini di finanziamento o di apporto di competenze in termini di equities.

"Siamo rimasti veramente impressionati dalla qualità e quantità di persone disposte a lavorare a tempo pieno a questo magnifico progetto in cambio di equities della futura società" ci dice Dirk Ahlborn, Ceo e fondatore di JumpStartFund.

La particolarità di questa piattaforma è quindi quella di affiancare al crowdfunding, diciamo oramai normale, la possibilità di far partire dal basso progetti che vengono in sostanza esaminati, vagliati e votati dalla base di utenti.
Nel caso di Hyperloop Technolgies Inc. si sono fatti avanti partner importanti come Glocal, leader nel campo manifatturiero e logistico, o la famosa Ucla, Università di California a Santa Cruz, per la parte di design di stazioni e mezzi di locomozione, chiamiamoli pure impropriamente treni.

Dalle dichiarazioni di Villa e della sua collega Patricia Galloway si capisce l'entusiasmo per la sfida e anche la serietà con cui la si affronta: nessuno si è certo messo in testa che l'impresa sia facile, anzi, però come Villa stesso dice non sembrano esserci al momento problemi irresolubili. Si tratta insomma di affrontarli e cercare il modo migliore di risolverli.

Una roadmap precisa è già pronta e la previsione è di arrivare al 2015, primo quadrimestre, dimostrando la piena fattibilità del progetto sviluppando anche un dimostratore. I tempi sono stretti ma il piano sembra realistico. Per far diventare i sogni una splendida realtà c'è bisogno di coraggio, lavoro e competenza, Pare ci sia tutto, in abbondanza, signori si parte.

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