12 gennaio 2011
Fino ad ora si può dire che abbiamo scherzato. I decreti adottati (federalismo demaniale, Roma Capitale) hanno riguardato aspetti significativi ma tutto sommato marginali della riforma. Il decreto sui fabbisogni standard, come evidenziato dai primi autorevoli commenti, si limita ad indicare un metodo di calcolo il cui esito è quanto mai incerto circa la capacità di costringere effettivamente gli enti locali a produrre servizi a costi efficienti ...
29 novembre 2010
Cercare un «centralista» in parlamento, nelle regioni o nei comuni è come andare per tartufi nel deserto. Tutti vogliono il federalismo, tutti dedicano convegni e discorsi entusiasti alla «sfida del futuro» offerta dalla riforma, ma da quando si è trattato di passare ai fatti l'armonia è sfumata e le stecche sono quotidiane. Il decreto sul fisco regionale non riesce a strappare il parere, obbligatorio, dei governatori, e quello sulle entrate dei ...
29 ottobre 2010
Il ministro Giulio Tremonti, che pure resta un convinto sostenitore del progetto, evita di spargere benzina sul fuoco sacro del federalismo fiscale. La sua attuazione, ha detto, «sarà lenta, progressiva e prudente». Inevitabile: in un paese "duale" come l'Italia, che da 150 anni si trascina irrisolto il problema del ritardo del Mezzogiorno e delle sue classi dirigenti locali, nessuno ha in tasca un miracolo pronto-cottura. ...
14 luglio 2010
Un'inversione rispetto alla storia recente per creare una classe dirigente
30 giugno 2010
«L'evoluzione del sistema di finanza pubblica italiana si presenta come un albero storto». Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, illustrando in una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri la relazione sul federalismo fiscale, approvata dal governo. Tremonti cita «due passaggi fondamentali: la quasi totale centralizzazione della finanza pubblica, fatta al principio degli anni '70 e il decentramento-federalismo ...
13 maggio 2010
L'Economist boccia il federalismo fiscale. «Ogni forma di decentramento - scrive il settimanale - rischia di far aumentare, almeno nell'immediato, la spesa pubblica del paese». E questo allontanerebbe l'Italia dall'Unione europea, sempre più orientata verso una stretta sui conti pubblici dei paesi membri, alla luce della crisi dei debiti sovrani che ha colpito il Vecchio continente.Spagna e Portogallo hanno varato un piano «lacrime e sangue» per ...