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Nespresso, dopo la tazzina arriva il calice

di Federico De Cesare Viola

Dedicato agli appassionati del caffè in vetro, in due modelli “Intense” e “Mild”. Presentata anche la nuova capsula, il Grand Cru Riserva Speciale Maragogype

L'Italia è un Paese di commissari tecnici. Ma è anche un Paese di consumatori di caffè e di (presunti) esperti in materia. Ognuno dei quali ritiene di avere il palato e la competenza per giudicare un espresso preparato a regola d'arte: e cioè secondo i propri tic e le personali e indiscutibili abitudini. La realtà è che il caffè, in Italia, è poco più di una commodity e non viene percepito ancora come una bevanda da degustare e da apprezzare nelle sue diverse espressioni.
Nella giungla del mercato del caffè, non c'è dubbio che la strategia a lungo termine portata avanti da Nespresso in questi anni sia coerente sia da un punto di vista di posizionamento che di comunicazione (e il nuovo ingresso di Jean Dujardin nella saga dei commercial aumenta la necessaria dose di autoironia). Dalle boutique alla (sempre più) vasta scelta di capsule, l'azienda con sede a Losanna ha puntato proprio sulla personalizzazione dell'esperienza. Per restituire ai consumatori quella ritualità che è tradizionale nella cultura del caffè. 
Se dal mondo del vino Nespresso aveva già mutuato il concetto di cru - con alcune varietà monorigine disponibili - ecco che oggi, in collaborazione con Riedel, presenta anche la prima collezione di calici da degustazione. Non basta più la semplice tazzina: il nuovo “contenitore” è stato pensato perché le dimensioni, l'altezza e l'ampiezza possano cambiare la percezione dei propri caffè. Due i modelli: “Intense” esalta l'intensità generale dell'aroma e del gusto, mentre il calice “Mild” amplifica la freschezza e l'acidità del caffè e la componente di dolcezza. Chi ha sempre ordinato al bar il caffè in vetro apprezzerà sicuramente l'evoluzione che questo calice rappresenta, anche in termini di piacere visivo e tattile.
Per inaugurare al meglio la Reveal Collection di Riedel ecco l'altro nuovo ingresso: il Grand Cru Riserva Speciale Maragogype, mutazione naturale di una varietà di arabica – dal chicco particolarmente grande e regolare - che prende il nome dall'omonima città brasiliana e che fece la sua comparsa alla fine del 1800. Nespresso ha individuato in Messico, Nicaragua, Guatemala e Colombia il terroir più idoneo alla produzione di questo Grand Cru.
Al palato è particolarmente equilibrato, con note fruttate e di cioccolato e una calibrata acidità. 
Il Maragogype è stato presentato in esclusiva la scorsa settimana al ristorante Il luogo di Aimo e Nadia, dove gli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani hanno creato un menù ad hoc e dove Nespresso ha svelato un'altra possibile evoluzione dell'esperienza: gli abbinamenti tra caffè e vino. Una provocazione? In parte, ma anche un modo per esaltare le reciproche caratteristiche. Sicuramente sorprendente, ad esempio, il match tra il nuovo Grand Cru Nespresso e il sangiovese Podere Forte Petrucci 2008, che amplificava la parte più terragna, le delicate note verdi e la bella acidità del caffè. Un percorso sensoriale inedito, in cui i calici consentono un'esperienza sensoriale diversa e ben più profonda di quella che spesso si esaurisce distrattamente in una manciata di secondi al banco del bar.

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