ILSOLE24ORE.COM > Notizie Economia e Lavoro ARCHIVIO

Euro: alla prova del G7 la svolta di ministri e Bce

di Antonio Pollio Salimbeni

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
12 ottobre 2007

Anche se i capi di stato e di governo europei confermeranno l'Eurogruppo come organismo "informale" (fine settimana a Lisbona), sarebbe un errore per i partner del G7 (venerdì a Washington) utilizzare come pretesto tale debolezza istituzionale (o le divergenze tra i vari governi sul livello di cambio tollerabile per l'economia) per prendere sottogamba la ‘svolta' di Lussemburgo. In sostanza, ministri e Bce hanno inviato a Cina, Usa e Giappone (è importante l'ordine dei destinatari) un segnale molto chiaro: noi stiamo lavorando per ridurre gli squilibri globali e riequilibrare la crescita, vo no. Dunque bisogna passare dalle parole ai fatti e far sì che i tassi di cambio riflettano i fondamentali dell'economia, siano evitati volatilità eccessiva e movimenti disordinati nel valore delle divise.
Non ha tutti i torti l'ex sottosegretario ai tempi di Clinton Jeffrey Garten a ricordare che "le parole difficilmente contano nel gigantesco mercato di oggi contano solo le azioni" (1), soprattutto quando si ripetono, identiche, da anni. Tuttavia questa volta c'è stata una "escalation" verbale che riflette una crescente tensione politico-diplomatica. "I media non si accorgono delle sfumature, ma i nostri partner internazionali le capiscono", ha voluto rimarcare il presidente dell'EurogruppoJuncker. I motivi del colpo d'ala europeo sono così sintetizzati in un documento riservato preparato dalla Commissione Ue per la riunione di Lussemburgo, di cui Il Sole 24 Ore Radiocor è in possesso: "C'è il rischio che l'onere di un possibile ulteriore deprezzamento del dollaro continui a ricadere sull'euro in misura sproporzionata". 1. Non può essere escluso "un brusco deprezzamento del dollaro di fronte a uno scenario di elevato deficit di parte corrente Usa, aumento delle riserve in dollari nei paesi in surplus, alla prospettiva di un rallentamento più acuto dell'economia e all'attuale nervosismo dei mercati". 2. Lo yen è "sostanzialmente sottovalutato" e "una graduale normalizzazione (cioè aumento – ndr) dei tassi di interesse ridurrebbe l'ampio differenziale con Usa ed eurozona". 3. Non ci sono indicazioni di volontà da parte della Cina di lasciare che lo yuan si apprezzi "velocemente". Tre motivi quattro cifre: da gennaio l'euro si è apprezzato in termini reali effettivi dell'1,1% (1,9% nominale) e a metà gennaio il tasso di cambio reale effettivo si trovava al 4,4% sopra la media di lungo periodo; il dollaro si è deprezzato del 3,3% e il tasso di cambio reale effettivo è dell'8% sotto la media; lo yen si trova il 33% al di sotto della media; in termini effettivi lo yuan si è apprezzato dello 0,7% da gennaio, continua ad apprezzarsi gradualmente sul dollaro, si è però "deprezzato del 2% contro l'euro come l'apprezzamento della moneta unica contro dollaro compensava in misura superiore il rallentamento della corsa dello yuan contro il biglietto verde". E' vero che l'apprezzamento dell'euro sul dollaro è "prevalentemente trainato dalla crescita eurozona" quest'anno più elevata che in Usa e Giappone. Ma in Giappone il livello dei tassi (0,50%) non è giustificato dalle condizioni dell'economia che cresce sopra il potenziale, dai buoni bilanci delle imprese e da un'inflazione negativa se si escludono gli alimentari freschi. Gli Usa si sono dichiarati d'accordo con l'Eurogruppo sul fatto che la rivalutazione dello yuan va accelerata, ma al di là dei proclami a favore del dollaro forte non intendono rinunciare all'effetto leva di un cambio che ha garantito il miglioramento più forte del deficit commerciale degli ultimi vent'anni e aggiunge oltre un punto di pil alla crescita (1,3% nel secondo trimestre). Quanto alla Cina, per l'eurozona è una vera emergenza: nei primi cinque mesi dell'anno le importazioni risultavano in crescita del 20% rispetto al 2006. L'apprezzamento dello yuan potrebbe essere addirittura "il test più importante per il Fondo monetario" visto che in teoria Pechino "potrebbe essere accusata di violare i principi del nuovo quadro" di sorveglianza dei tassi di cambio.

ARCHIVIO
Ora l'economia dell'Eurozona sa reagire meglio agli choc
Crisi mutui, la Ue ammette: se continua, guai per la crescita (28/09/2007)
Banche: è l'ora della vigilanza incrociata sui gruppi paneuropei (21/09/2007)
Dalla Ue massima attenzione su immobiliare e debiti famiglie (14/09/2007)
L'Europa ha sempre più paura dei fondi sovrani (27/07/2007)
Bruxelles: «La sfida è sul ritmo di crescita» (20/07/2007)
L'euro forte fa rallentare l'export ma per ora nessuno lancia l'allarme (13/07/2007)
Sul deficit Eurogruppo e regole Ue a rischio credibilità (06/07/2007)
Ue: effetto Sarkozy su conti pubblici e difesa imprese nazionali (29/06/2007)
Pensioni: l'Ecofin in lotta contro la disinformazione (22/06/2007)
Francia: l'Iva sociale che può dividere l'eurozona(15/06/07)
Germania: cinque motivi per non rallentare le riforme(08/06/07)
Eurogruppo: coordinamento economico alla prova(01/06/07)
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER   
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
6 maggio 2010
6 maggio 2010
6 maggio 2010
6 aprile 2010
6 maggio 2010
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-