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Una mostra racconta come abbiamo fatto la spesa negli ultimi 150 anni

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 06:40.

Fatta l'Italia... bisognava fare in modo di capirsi, almeno quando si comprava il pane! Si parte da qui, da uno dei problemi più trascurati e tuttavia più immediati, quotidiani e comuni a tutti per addentrarsi in una delle mostre più singolari e divertenti nella mole di quelle dedicate al 150º dell'Unità del nostro paese. E già: quando nel 1861 l'Italia diviene un'espressione non solo geografica ma anche una realtà politica, commerciale, economica e industriale occorreva unificare anche il sistema di pesi e misure.

Fino al 1861 il sistema metrico decimale non era in vigore negli otto ultimi Stati che si unirono (lo aveva introdotto, in vaste aree, il governo napoleonico nel Settecento), spesso si ricorreva ancora al baratto. Un censimento veloce indica in almeno una quarantina le monete che potevano occasionalmente circolare sul territorio italiano. Ecco allora che a Piacenza (nel 1853) si stampa un «Listino delle monete d'oro e d'argento e loro corso», l'azienda F.lli Decker a Torino, subito dopo l'Unità, stampa un foglio pubblicitario con un «quadro comparativo del nuovo peso metrico-decimale al peso antico piemontese», a Milano si producono volantini sul «ragguaglio plateale fra la valutazione milanese e la valutazione italiana».

Questi e molti altri fogli (quasi dodicimila) li ha raccolti un grande collezionista di ephemera (cioè fogli volanti, materiale deperibile, listini, menù, prodotti pubblicitari e così via), il milanese Michele Rapisarda che ora, con il consiglio e la sapienza del libraio antiquario milanese Andrea Tomasetig, li mette in esposizione (sono oltre cento carte) al cinema Arcadia di Melzo nella mostra «Fare la spesa 1861-2011».

«Si tratta – spiega Tomasetig – di cartoline, etichette, figurine, locandine o pieghevoli oltre che di periodici, libri e manuali d'uso, che raccontano 150 anni di profonde trasformazioni economiche e sociali: un voluto approccio dal basso alle celebrazioni dell'Unità». Nelle carte in mostra scorrono i cambiamenti nel modo di comprare e di veicolare i nuovi standard commerciali. La nascita dei mercati (ad aprile ricorre a Milano il centenario del mercato ortofrutticolo, celebrato da una copertina di Beltrame della «Domenica del Corriere»), l'avvento degli alimenti confezionati e dello scatolame e dunque del packaging per attirare l'attenzione del compratore.

I primi premi al cliente, i tentativi di fidelizzazione, gli esperimenti di proto-marketing nella stagione epica delle figurine (chi non ricorda le Liebig?), l'emergere della figura della «donna moderna» – con tanto di riviste dedicate –, curatrice della casa e del buon andamento delle spese domestiche, poi, negli anni del boom economico gli elettrodomestici, primo tra tutti il frigorifero che, al contrario, permette l'emancipazione della donna dal suo ruolo di casalinga. E, infine, la nascita della tv, del supermercato, nuovo concetto di fare la spesa, e, ultimo arrivato, del centro commerciale. La mostra, aperta con i fogli sulle monete, si chiude significativamente con il manifesto di un grande centro commerciale: un carrello pieno sul quale campeggia l'euro, nuova smagliante moneta capace di unificare, stavolta, più popoli di uno stesso continente.

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Fare la spesa

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Ma non è solo questione commerciale, come è evidente. I migliori talenti dell'illustrazione, della grafica, della pittura si sono cimentati con la comunicazione pubblicitaria, producendo spesso opere che, se al momento non erano altro che locandine, oggi sono pezzi d'arte quotati e venduti in aste anche molto costose. Da Beltrame a Leonetto Cappiello, da Plinio Codognato a Walter Molino, al magistrale Antonio Rubino, con qualche puntata di Leo Longanesi, la mostra di Melzo permette anche un viaggio in un repertorio artistico davvero notevole.

L'esposizione inaugura la seconda edizione di «Cibo di carta», una serie di mostre ideate dallo stesso Tomasetig che nel corso del 2011 vedranno altri cinque momenti che toccheranno temi e città diverse del milanese. È anche un trampolino di lancio per quel Museo dell'Alimentazione che, a partire dalla collezione Rapisarda, oggi ha una concreta possibilità di realizzarsi. Il Comune di Melzo, insieme ad altri Comuni limitrofi, infatti, ha partecipato a un bando della Regione Lombardia (e ingenti fondi europei) per la «valorizzazione ambientale e culturale» in ambito regionale. Melzo ha già stanziato le risorse (60%) e a fine marzo attende fiduciosa i risultati del bando e il finanziamento del restante 40 per cento.

L'ESPOSIZIONE
La mostra «Fare la spesa 1861-2011» sarà inaugurata sabato 22 alle 17 e si terrà negli spazi del Cinema Arcadia di Melzo. L'esposizione è curata dal libraio antiquario Andrea Tomasetig e dal collezionista Michele Rapisarda. È realizzata dal Comune di Melzo e dal Sistema Bibliotecario Milano Est, con il sostegno di Unicredit e Unicredit Leasing. È aperta fino al 27 febbraio, dal lunedì al venerdì (ore 17-23) e il sabato e la domenica dalle 14 alle 23. Si inserisce nel ciclo «Cibo di carta» che nel 2011 vedrà altre cinque mostre sul tema dell'alimentazione nell'editoria.

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