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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2010 alle ore 19:48.
Cinque miliardi di incentivi in dodici anni, un fiume di denaro che si è via via ingrossato e che nel 2010 e nel 2011 toccherà i 700 milioni di euro annui: tanto è costata alla casse dello Stato la sopravvivenza del popolo dei Tir, dell'assetto dell'autotrasporto frammentato e inefficiente come lo conosciamo da oltre venti anni.
Questo imponente flusso di risorse che ha investito l'autotrasporto italiano – alimentato da 13 protocolli di intesa con il governo e da innumerevoli minacce di blocco - non ne ha cambiato il volto: c'è ancora una «razza padroncina» che arranca schiacciata dalla lunghissima catena dei subappalti e dalla concorrenza che si fa sempre più selvaggia. Ma le associazioni dei camionisti restano molto forti sul piano contrattuale e politico: al tavolo delle trattative riescono sempre a spuntare risorse importanti al governo di turno.
È stato presentato oggi al ministero delle Infrastrutture, con il sottosegretario Mino Giachino, "Razza padroncina – Dieci anni di autotrasporto 2000-2010", il volume scritto da Deborah Appolloni per "I Libri del Sole 24 Ore Trasporti" che vuole anche celebrare i dieci anni della rivista. È un viaggio all'interno del popolo dei Tir nel periodo che va dal famoso fermo che ha messo in ginocchio il Paese all'anno di un accordo che ha permesso di assicurare alla categoria, nonostante la crisi e i tagli al bilancio statale, una pioggia di incentivi. (G. Sa.)
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