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Enel Green Power rilancia in Turchia

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2011 alle ore 06:39.

La Turchia si rivolge all'Enel per sfruttare l'energia geotermica, quella del sottosuolo. L'Enel Green Power, la società dell'energia rinnovabile del gruppo Enel, ha ottenuto 142 licenze per cercare energia termica nelle profondità della Turchia insieme con la società turca Meteor (società controllata dal gruppo industriale Uzun al 70% insieme con la società turca di studi geotermici G-energy), con la quale è stato firmato un accordo. In via teorica, se tutte le ricerche nelle profondità dell'Anatolia daranno gli esiti sperati, l'investimento complessivo potrebbe essere nell'ordine dei 350 milioni di euro.

È il primo caso in cui la Turchia concede permessi a società straniere; il governo di Ankara prevede un programma complessivo per istallare centrali geotermiche per 600 megawatt in quattro-cinque anni. Oggi in Anatolia ci sono appena 86 megawatt geotermici già istallati, e solamente da società turche.
«Finalmente non ci si dedicherà solamente agli studi ma ci sono le condizioni per investire in questo grande paese», commenta Francesco Starace, amministratore delegato dell'Enel Green Power. Nel complesso, l'intera Turchia (dai confini orientali fino all'Egeo) ha un potenziale geotermico immenso, «per circa 2mila megawatt». Secondo i geologi e gli ingegneri dell'Enel Green Power, le 142 licenze potrebbero sviluppare centrali per circa 100 megawatt. In media, per arrivare ad avere un impianto geotermico da un megawatt bisogna spendere circa fra i 3 e i 3,5 milioni.
Un cenno alla geotermia. Nata in Italia un secolo fa con i soffioni di Larderello, in Toscana, consiste nel perforare il sottosuolo come avviene con i giacimenti di petrolio o di metano. La differenza è che si cercano giacimenti di acqua bollente nelle zone vulcaniche. Il soffio di vapore che viene estratto è usato per fare girare le turbìne (le grandi dinamo delle centrali elettriche) e produrre corrente elettrica. Poi l'acqua raffreddata viene riniettata nel sottosuolo per cercare di non impoverire il giacimento.

La Turchia si trova in un'area geologica molto interessante.Fa parte dello stesso sistema che spinge l'Africa contro l'Europa, innalzando le catene di montagne e producendo i vulcani. In particolare, oggi sembra più interessante ai geologi la zona dell'Asia Minore a nord di Smirne, tra la Lidia e il mar di Marmara. Così l'Enel Green Power con la Meteor hanno rilevato le licenze per condurre gli studi e le perforazioni (e poi per sfruttare) i giacimenti geotermici. L'intesa prevede che l'Enel Green Power costituisca una società a maggioranza italiana che conduca le ricerche dei giacimenti di vapore. Quando le prospezioni daranno risultati interessanti per la produzione elettrica, allora saranno costituite società di progetto per ciascuna centrale. «Abbiamo trovato in Meteor Uzun un partner serio e affidabile», aggiunge Starace.

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L'Enel ha l'esperienza più forte al mondo in questo tipo di energia. Le prime centrali di Larderello sono state realizzate nel 1904 e da allora gli italiani sono gli unici capaci di offrire tutta la tecnologia "chiavi in mano" a partire dall'analisi sulle carte geologiche per arrivare fino ai chilowattora immessi sulla rete elettrica e alla manutenzione. Non a caso l'Enel Green Power riesce a sfruttare le centrali geotermiche al 95% del potenziale contro la media internazionale ben più modesta del 70%.

A fine dicembre la Turchia ha regolato il regime di incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con un aiuto di dieci anni (prolungabile di 5 anni se si usano impianti realizzati nel paese).
Qualche notizia italiana correlata. È attiva nel novarese la prima centrale a biogas da un megawatt di Ravano Green Power. La Zouk e la NextEnergy hanno completato tre centrali fotovoltaiche in provincia di Agrigento, per un investimento di circa 29 milioni e una potenza di 7,1 megawatt. La Suntech ha siglato con Enerray, del gruppo Maccaferri un accordo di fornitura di pannelli fotovoltaici. L'Unisolar (United Solar Ovonic) e la controllata Solar Integrated Technologies hanno appena completato quattro impianti fotovoltaici sul tetto di quattro diversi stabilimenti italiani della Coca-Cola Hellenic.La filiale italiana della spagnola Opde ha completato undici centrali solari in Puglia e Piemonte per 17 megawatt (85 milioni di investimento) e ne sta preparando altri per una ventina di megawatt in Piemonte.

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