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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 17:08.

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I 17 paesi dell'Eurozona hanno raggiunto un accordo sul Patto per la competitività che prevede un coordinamento economico tra gli stati e politiche più centralizzate. Lo ha annunciato il presidente permanente dell'Unione europea, Herman Van Rompuy, via twitter.

«Abbiamo un accordo sul Patto per l'Euro», ha detto Van Rompuy che ha coordinato le varie proposte per aumentare le difese dell'Eurozona contro la crisi del debito. Tutti gli aspetti di politica economica sono riassunti nel Patto con l'obiettivo di garantire maggiore coordinamento delle politiche dei 17 stati per una maggiore competitività e una maggiore capacità di gestire le finanze pubbliche.

Una fonte diplomatica contattata dall'Afp spiega però che l'accordo annunciato da Van Rompuy è solo di principio, mentre nel vertice del 24-25 marzo prossimi gli stati membri dell'Unione europea saranno chiamati ad approvarlo. La bozza del Patto individua quattro aree dove la cooperazione sarà più stretta: competitività, occupazione, sostenibilità delle finanze pubbliche e rafforzamento della stabilità finanziaria. I singoli stati saranno invece responsabili di misure specifiche.

Il premier Silvio Berlusconi concorda con le novità al vaglio dell'Ue. «Siamo in totale accordo con il patto sull'euro, con la sottolineatura, per quanto riguarda la riduzione del debito da parte di tutti i Paesi per un ventesimo l'anno a partire dal 2015, che accettiamo tale riduzione solo se commisurata non soltanto al debito pubblico, ma a tutto lo stato di salute economica del Paese». Berlusconi ricorda al riguardo l'alto tasso di risparmio e di case di proprietà fatto registrare dagli italiani, insieme alla solidità del sistema bancario e allo stato di avanzamento della riforma pensionistica. Fattori che fanno dell'Italia «un paese ricco e benestante» che si colloca nell'Unione europea subito dopo la Germania. «Insisteremo tra poco su questo punto - aggiunge - che peraltro é già stato fatto proprio dalla Commissione, dopo l'ultimo Consiglio europeo».

Il presidente del Consiglio torna inoltre a sollecitare zone a fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, considerandolo al pari di altre Regioni dell'Europa «che sono meno sviluppate». E a chi gli chiede se porrà il veto sul patto per l'euro in caso non venissero accettate le condizioni italiane, risponde: «Non credo che ce ne sarà bisogno, comunque questo documento passerà soltanto se ci sarà unanimità».

Una Banca del Meditarraneo sulla crisi in libica
Tra le ipotesi al vaglio anche quella di trasformare il Fondo Euromediterraneo di investimenti e partenariato in una Banca per il Mediterraneo. I leader dei 27 ritengono «fondamentale» fornire ai paesi del Nord Africa attraversati dalla crisi i mezzi per ricostruire e modernizzare le loro economie. «Sviluppo economico e prospettive di lavoro, soprattutto per i giovani - è scritto nella bozza del documento finale - rivestono un'importanza fondamentale al fine di stabilizzare la democrazia».

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