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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 21:24.
Confindustria crede molto nel federalismo, che «se ben applicato» può essere una «grande riforma che aiuta il paese». Lo ha detto la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, nel suo intervento telefonico al convegno "Federalismo, avanti chi può", promosso dall'associazione degli industriali di Vicenza. Per la numero uno di Confindustria il federalismo può «abbassare la spesa pubblica, lasciare più spazio al mercato, evitare sacche di inefficienza concentrate in alcune regioni d'Italia che costano a tutto il paese». Può dunque essere una «buona riforma».
La presidente di Confindustria ha poi sottolineato che «ci sono ancora alcune criticità. Il decentramento attuato dalla prima riforma Bassanini ha aumentato la spesa per gli enti decentrati che ha raggiunto il 32%, non c'è stato processo analogo per le entrate e dobbiamo fare di più». Marcegaglia ha quindi ricordato il primato tedesco: «la Germania ha entrate fiscali più alte delle nostre, dobbiamo lavorare su questo. Resta ancora troppo poca l'autonomia impositiva prevista dal disegno del federalismo». Sul fronte del fisco regionale, i costi standard, per la numero uno di viale dell'Astronomia, «sono un elemento positivo. Sostituire il costo storico con costi standard è importante».
Sì di Confindustria, quindi, al federalismo "differenziato": le regioni che sono pronte, perché in grado di avere più deleghe, devono andare avanti, ha ribadito Marcegaglia, mentre è necessario superare la logica delle regioni a statuto speciale, «garantite per legge, ma non secondo le capacità di gestire l'autonomia».
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