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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 18:25.

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Via libera della Camera all'unanimità alla proposta di legge sullo Statuto delle imprese. Il provvedimento, che é stato approvato con 520 voti favorevoli, é nato dall'unificazione di testi presentati da tutti i gruppi parlamentari e passa ora all'esame del Senato.

Arriva il garante per le pmi
Il testo, che «definisce lo Statuto delle imprese e dell'imprenditore» con una particolare attenzione alle medie, piccole e medie imprese, introduce qualche novità di rilievo. La principale, decisa dall'Aula, è l'istituzione presso il ministero dello Sviluppo economico del Garante per queste imprese, "mister Pmi". La misura è arrivata con un emendamento di Raffaello Vignali (Pdl) che inizialmente aveva ricevuto parere negativo della commissione Bilancio, poi diventato favorevole grazie all'introduzione di una condizione che ne esclude l'onerosità.

Disco verde a un portale dedicato al made in Italy
Tra le altre novità del provvedimento di iniziativa parlamentare, con due emendamenti della Lega é stata alzata al 60% la "riserva" alle micro, piccole e medie imprese e alle reti di imprese degli «incentivi di natura automatica o valutativa» e introdotta la "sotto-riserva" del 25% alle micro e piccole imprese. Via libera anche al varo, da parte del ministero dello Sviluppo economico, di un portale dedicato al "Made in Italy" per aiutare il consumatore ad orientarsi nella ricerca di prodotti tipici italiani. È stato inoltre inserito il dimezzamento delle sanzioni previste dal codice civile nel caso di omessa esecuzione nei termini di denunce, comunicazioni o depositi al registro delle imprese.

Riviste al rialzo le soglie per le procedure di affidamento
Nel provvedimento vengono poi definiti i rapporti con la Pubblica amministrazione con l'obiettivo di ridurre e rendere più trasparenti gli adempimenti e di porre rimedio ai ritardi nei pagamenti. Si cerca poi di favorire l'accesso delle piccole imprese agli appalti pubblici anche tramite la suddivisione in lotti degli appalti e introducendo modalità di coinvolgimento nella realizzazione di grandi infrastrutture delle imprese residenti nelle regioni e nei territori nei quali sono localizzati gli investimenti. Inoltre, con un emendamento presentato dalla Lega sono riviste al rialzo le soglie per le procedure di affidamento.

I nodi da sciogliere in Senato
Sono "saltati" nel corso dell'esame la possibilità per le imprese di compensare crediti e debiti nei confronti della Pubblica amministrazione così come la previsione di una riforma fiscale e l'istituzione di una Agenzia nazionale per le piccole imprese e di un Commissione parlamentare ad hoc. È stato trasformato in ordine del giorno, e in questa veste accolto dal Governo, un emendamento per introdurre in Italia le norme europee sui ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali tra imprese. Potrebbe invece essere riproposta in Senato, con un "asse" Pd-Lega, la norma per il salvataggio delle imprese in crisi: una sorta di legge Marzano per le pmi. Rinviata al Senato, sempre per questioni di copertura, con un impegno del Governo a discutere della questione in quella sede, é anche la previsione che le disposizioni dello Statuto costituiscano «livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale».

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