Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2011 alle ore 15:03.

My24
Nessuno stop alle rate delle multe latteNessuno stop alle rate delle multe latte

Sulle quote latte il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, replica alla Lega che nei giorni scorsi ha rilanciato la vertenza. «Non si andrà a un congelamento della rateizzazione delle multe», ha tagliato corto ieri il ministro alla Fiera di Parma, a margine dell'inaugurazione di Cibus Tour. Aggiungendo che ora si tratta di «affrontare il tema nella sua vera entità. C'è un'indagine dei carabinieri e c'è una relazione da parte di Agea – ha ricordato Romano –. Mi faccio mandare le carte e dopo averle studiate e avere compreso i reali termini della questione prenderò una decisione, della quale intendo assumermi tutte le responsabilità».

A poco più di un mese dalla scadenza – fissata al 30 giugno – della seconda proroga concessa dal Governo agli allevatori per mettersi in regola con i pagamenti, il Carroccio ha tentato l'ennesimo blitz a sostegno di alcune centinaia di «irriducibili» che non intendono pagare, neppure a rate, i conti in sospeso. Arrivando perfino a chiedere il commissariamento dell'Agea, l'Agenzia cui compete tra l'altro la gestione delle quote latte.

La settimana scorsa il gruppo della Lega Nord in commissione Agricoltura alla Camera ha formulato una richiesta di audizione del Comando carabinieri del ministero delle Politiche agricole. Lo stesso che tra gennaio e aprile 2010 ha presentato due relazioni sui sistemi di rilevazione delle produzioni di latte alla base del calcolo delle multe. E la seconda relazione ha evidenziato errori di contabilizzazione delle quantità di latte. Di fatto, smontando il sistema che aveva portato a determinare i surplus sanzionati da Bruxelles e mettendo in discussione i criteri di calcolo del tenore del grasso del latte e, di conseguenza, le cifre relative alla reale produzione.

Facendo leva su quel documento, nei giorni scorsi una delegazione di produttori è tornata alla carica e ha illustrato al presidente dell'Agenzia, Dario Fruscio, e al commissario per le quote latte, Paolo Gulinelli, una tesi di illegittimità delle multe. Sostenendo due assunti: la presenza negli allevamenti, in base ai dati dell'Anagrafe bovina nazionale, di animali di età superiore a 120 mesi, e poi la mancata attività di controllo da parte di Agea sulle quantità di latte prodotto. Il primo punto avrebbe portato a contare in Italia 300mila vacche e 1,2 milioni di tonnellate di latte in più.

Pronta la replica del presidente Fruscio (peraltro anche lui in quota Lega) che ha scritto al ministro Romano e alle Regioni definendo «inaccettabile la polemica sull'età delle vacche», in quanto per il calcolo dei capi avrebbe solo applicato un decreto ministeriale del 2003 che temporaneamente ha ritenuto «non affidabile l'Anagrafe bovina». Successivamente è intervenuta la Commissione europea, la quale con una propria decisione ha sancito che «la base di dati italiana per i bovini è riconosciuta pienamente operativa a decorrere dall'1 aprile 2006».

E comunque, sostiene ora Agea, in base a una verifica mirata fatta al 30 settembre 2010 «le bovine di età superiore a dieci anni sono risultate poco più di 53mila, e non 300mila».

Quanto al secondo rilievo, la stessa Agenzia ha quindi ricordato che le funzioni di controllo sono di competenza delle Regioni e che le stesse sono tenute alla verifica «per ciascuna azienda, della coerenza del quantitativo di latte dichiarato con il numero di vacche avvalendosi dell'Anagrafe bovina».

Intanto l'Unione europea continua a tenere d'occhio l'Italia per la mancata riscossione di buona parte delle multe, minacciando l'avvio di una procedura d'infrazione. In vent'anni, tra le campagne 1988-89 e 2008-09, in base alle ultime elaborazioni il nostro Paese si è visto attribuire multe per il latte in esubero per 4 miliardi e 407 milioni di euro.

Di questa «bolletta», lo Stato ha pagato di tasca propria un miliardo e 870 milioni. Mentre gli allevatori, a fronte di un importo loro imputato di 2 miliardi e 268 milioni hanno pagato solo 230 milioni. Al netto delle sospensive concesse ai produttori dai tribunali, l'Italia dovrebbe ancora riscuotere circa 1,7 miliardi.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.