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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2011 alle ore 10:44.

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Allarme dell'Anbi sul rischio siccità: usare gli invasiAllarme dell'Anbi sul rischio siccità: usare gli invasi

Dopo le alluvioni arriva la siccità. Sembra un paradosso, ma per l'Italia a rischio idrogeologico, è una realtà che talvolta diventa drammatica. I livelli del Lago Maggiore e di quello di Como sono sotto le medie stagionali. Per adesso a soffrire, dunque, è la Lombardia ma il calo delle precipitazioni, dal 75 al 100%, potrebbe mettere a rischio la regolare crescita delle colture in tutto il Nord Italia.

Anche a Padova c'è penuria d'acqua con problemi per i cereali, in particolare grano e orzo, la cui maturazione potrebbe essere compromessa. Secondo l'Associazione nazionale delle bonifiche (Anbi) l'emergenza è stata evitata finora solo grazie all'irrigazione che, tuttavia, comporterà un aumento dei costi produttivi a carico degli agricoltori. «Non è quindi ancora il tempo degli allarmi - spiega il presidente, Massimo Gargano - ma serve una rinnovata politica degli invasi, capace di trattenere le acque quando ci sono, evitando gravi conseguenze anche sui centri abitati; si tratta delle cosiddette "casse di espansione", ma anche di bacini medio-piccoli, collinari o di pianura e per i quali i Consorzi di bonifica dispongono di un ampio parco-progetti, solo in piccola parte finanziati».

Il Nord, dunque, dovrebbe fare esperienza dei bacini costruiti nel Sud e attrezzarsi per raccogliere le acque di cui dispone in maniera non più copiosa e regolare. «Ancora una volta - aggiunge Gargano - durante l'inverno, non abbiamo capitalizzato una risorsa naturale, trasformando anzi l'acqua da bene da difendere a bene da cui difenderci. È un altro paradosso di cui, purtroppo, continuiamo a essere facili e poco ascoltati profeti».

L'Anbi ha da tempo messo a punto un piano contro la riduzione del rischio idrogeologico che prevede in tutta Italia, 2.519 progetti cantierabili per un importo complessivo di circa 5,72 miliardi di euro, da reperire anche attraverso una proiezione quindicennale dell'impegno di spesa da realizzarsi mediante mutui. Il piano sarà riproposto oggi e domani in occasione della settimana nazionale della bonifica che vede i principali impianti aperti, anche le «cattedrali dell'acqua».

«È una soluzione già adottata nel recente passato - conclude Gargano - che permetterebbe l'immediato avvio di centinaia di cantieri, con evidenti ricadute occupazionali ma che, soprattutto, impedirebbe l'aggravarsi della critica situazione del territorio dove, in un solo anno, le esigenze sono cresciute di oltre il 30% (+ 1.540,185 milioni di euro)».

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