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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2011 alle ore 09:53.

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Scontro sugli aiuti Ue per il latteScontro sugli aiuti Ue per il latte

Contrattazione obbligatoria e aumento del potere negoziale delle organizzazioni dei produttori in deroga alle norme comunitarie sulla concorrenza.

Sono questi i due cardini sui quali è incentrato il pacchetto di misure anticrisi per il settore del latte che il Parlamento europeo si appresta a votare entro fine mese. Alle misure l'Italia vorrebbe aggiungere anche la programmazione produttiva dei formaggi Dop. A illustrare la strategia di Bruxelles per rispondere alle difficoltà del settore sono stati il presidente della commissione Agricoltura dell'Europarlamento, Paolo De Castro, e il relatore del «pacchetto latte», James Nicholson, che hanno incontrato ieri alla fiera di Cremona il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, i presidenti delle associazioni agricole italiane e il presidente di Granarolo, Giampiero Calzolari.

Il 24 maggio Strasburgo dovrebbe dare il via alla nuova versione delle misure anticrisi, per poi cercare un compromesso con Commissione e ministri europei. Ma come spesso accade sui dossier agricoli più delicati, a Bruxelles è già in corso un braccio di ferro tra i paesi del Nord Europa e il fronte mediterraneo guidato da Francia e Italia. Sulla contrattazione obbligatoria, che prevede la possibilità per gli Stati membri di imporre confronti interprofessionali per fissare in anticipo il prezzo del latte rispetto, gli «ultraliberisti» guidati da Regno Unito e Svezia si sono già messi di traverso.

Così come sulla norma a favore della rappresentanza delle organizzazioni dei produttori, che conferisce alle Op il potere di contrattare per conto dei propri soci, fino a un massimo del 33% del mercato nazionale. Ancora più isolata appare la posizione italiana – appoggiata solo dalla Francia e da alcuni partner meno «pesanti» – sulla richiesta di inserire la programmazione produttiva dei formaggi Dop che, avendo bisogno di periodi di stagionatura di diversi mesi, sono più esposti alle oscillazioni del mercato. E proteggere il mercato lattiero-caseario dall'eccessiva volatilità sperimentata negli ultimi due anni, soprattutto in vista della completa liberalizzazione della produzione a partire dal 2015, è il principale obiettivo del pacchetto anticrisi i cui contenuti sono destinati ad anticipare in parte anche la grande riforma della politica agricola comunitaria dopo il 2013.

«Il pacchetto latte nasce proprio dalla necessità di gestire la drammatica volatilità dei prezzi sul mercato lattiero-caseario che sta scoraggiando gli investimenti – ha spiegato il presidente di Granarolo, Giampiero Calzolari –. Va mantenuta una forma di regolamentazione per il settore e, anche se il mondo industriale ha delle perplessità sul pacchetto, garantita la possibilità di pianificare in un quadro di regole certo».

Il relatore all'Europarlamento, l'irlandese James Nicholson, ha spiegato come, nonostante la contrarietà di molti paesi nordeuropei alle misure di regolamentazione, vada assicurata «la sostenibilità della produzione e dell'occupazione in un settore caratterizzato, anche in Nord Europa, dalla presenza di molte aziende a conduzione familiare». Ma per il presidente di Fedagri Confcooperative, Maurizio Gardini, «le proposte della Commissione sono deludenti. Il settore vive una fase delicatissima di transizione verso la completa liberalizzazione e per questo occorre rafforzare il potere contrattuale dei produttori e il loro reddito». Per la Coldiretti «va valorizzato il ruolo economico delle associazioni e favorito un nuovo modello di contrattazione di filiera» mentre per Confagricoltura «è urgente redistribuire il valore nella filiera per evitare squilibri di mercato e posizioni di oligopolio».

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