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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2011 alle ore 22:51.

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Crescere bambini ecologiciCrescere bambini ecologici

L'alimentazione, l'educazione alla vita sana, il rispetto dell'ambiente, il gioco, lo sport, la società digitale, le nuove frontiere della genetica. Tutte le sfide che i genitori di oggi si trovano ad affrontare per crescere "in modo sostenibile" i propri bambini, spiegate e raccontate dai maggiori esperti del settore. Con questo obiettivo Sfera Editore, casa editrice di RCS MediaGroup, leader in Italia nell'informazione sull'infanzia, organizza sabato 7 maggio al Palazzo delle Stelline di Milano «KIDS Generazione 0-10» Una giornata di incontri interamente dedicata a genitori e figli per parlare di educazione al gusto, benessere, salute, socialità e tanto altro.

Grazie al supporto di alcune aziende tra le più attive nei confronti della famiglia tra le quali Acqua Panna, Bauli, Banco Popolare, Carapelli, Granarolo, Clementoni, Container-BeSafe, Emmentaler, Happybimbo, Humana, Mela Val Venosta, Pasta Garofalo e Sanpellegrino, un gruppo nutrito di relatori - sociologi, psicologi, esperti di nutrizione, salute e benessere - si riuniscono oggi a Milano per discutere e dare suggerimenti su come crescere bambini ecologici. Il convegno è condotto e moderato da Valeria Covini, direttore di Insieme e Cristina De Grandis, direttore di Io e il mio bambino.
Quattro i temi fondamentali che nel corso della giornata vedono avvicendarsi alcuni dei più autorevoli esperti del panorama kids in Italia.

Stile di vita. Vivere bene, vivere green
In questi ultimi anni è cresciuta molto l'attenzione per il verde e la cura dell'ambiente. Apprendere le buone abitudini e trasmetterle ai propri figli è fondamentale per crescere adulti responsabili. «La Fondazione Minoprio - spiega Ignazio Perego responsabile del Centro Agricolo Minoprio – è impegnata da tempo nella promozione di azioni di educazione ambientale e alimentare rivolte alle scuole di ogni ordine e grado». L'attività fisica e lo sport, meglio ancora se svolti all'aria aperta, fanno bene. «Sono per il bambino - sottolinea Marco Monetti pediatra dello sport - fonte di divertimento e gioia, piacere e spensieratezza, passatempo e spettacolo, maturazione e salute». «Ma possono fare male – prosegue il pediatra - e divenire noia, disagio, malessere, malattia, se male interpretati e condotti, investiti di "attese" e richieste inappropriate per l'età e la maturità psicofisica del bambino». Nei primi anni di vita non bisognerebbe mai parlare di sport ma di gioco e movimento fisico libero. Dopo i 6 anni l'attività fisica e motoria può divenire più organizzata e strutturata. L'agonismo non deve cominciare prima dei 10-12 anni. «Solo così – conclude Monetti - lo sport potrà fare bene».

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