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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2011 alle ore 22:51.

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Crescere bambini ecologiciCrescere bambini ecologici

Alimentazione. Educazione al gusto e al cibo sano nell'infanzia
L'educazione al gusto e al cibo sano inizia fin da piccoli, dai primi mesi di vita. Il cattivo rapporto di molti bambini nei confronti del cibo affonda le radici nella mancanza di consapevolezza. Ne è convinto Giorgio Donegani, direttore scientifico della Food&School e membro del comitato scuola-cibo del MIUR. «Per i bambini – dice Donegani - il cibo costituisce soltanto un "oggetto di consumo" e acquista significato solo nel momento in cui l'hanno davanti a tavola. In realtà il cibo è una "merce" speciale. Dietro a ciò che arriva nel piatto c'è il lavoro di tante persone che hanno provveduto a coltivare, allevare, trasformare, trasportare, conservare, vendere, cucinare». Un lavoro che ha un forte impatto sulla vita sociale e sull'ambiente. «Per questo – prosegue il nutrizionista - avvicinare i bambini alla consapevolezza delle radici del cibo è il primo scopo dell'educazione alimentare e il primo passo perché i bimbi di oggi acquisiscano quella sensibilità critica che li porterà a diventare cittadini virtuosi, protagonisti del loro benessere».

Le preferenze alimentari dei bambini sono correlate con i loro comportamenti alimentari. «Identificare i fattori che influenzano tali preferenze – spiega Gabriella Morini dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Bra - è importante per aumentare l'accettazione di alimenti sani, quali le verdure, particolarmente poco gradite ai bambini a causa del loro sapore amaro. I fattori genetici hanno una rilevanza indubbia, ma la predisposizione genetica è modificata dall'esperienza, quindi dall'esposizione ai diversi gusti fin dalla gravidanza». E di verdure in tavola anche per i più piccoli parlerà Pietro Leemann, il grande chef titolare del famoso ristorante vegetariano Joia intervistato da Luisa Pronzato giornalista del Corriere della Sera.

Prevenzione. Ecologia e salute del bambino
Insegnare ai genitori i comportamenti corretti per la salute e il benessere dei propri figli, quando si ammalano quando viaggiano, quando dormono. Sono questi gli obiettivi di questa sessione dei lavori; perché dietro a ogni disturbo, anche il più semplice, c'è sempre una ragione.
«Spesso le malattie dei bambini – sottolinea il pediatra Leo Venturelli - sono considerate più drammatiche di quanto si pensi e fanno scattare nel genitore l'ansia di dover fare subito qualcosa per arginarle. Si crede che l'uso precoce e immediato dell'antibiotico possa agire come panacea di tutti i mali». «Le forme virali respiratorie cui è soggetto un bambino all'inizio della sua vita sociale – ricorda il pediatra - sono un sistema collaudato per permettere all'organismo di "fabbricare" anticorpi che difenderanno in futuro il piccolo dagli stessi microbi». La sicurezza e la protezione del bambino quando viaggia è un tema di grande interesse di tutti i genitori, soprattutto in una regione trafficata come la Lombardia. Le leggi fisiche che dominano le dinamiche di un urto sono le stesse, sia che si tratti di un impatto di un aereo, di un treno, di un'auto da competizione o di una normale utilitaria. «La sicurezza passiva – spiega Andrea Milanese responsabile del laboratorio di sicurezza trasporti del Politecnico di Milano che interverrà al convegno - si occupa di studiare questi fenomeni per cercare di rendere un incidente il meno traumatico possibile». Partendo da alcune leggi fisiche il responsabile della sicurezza spiegherà i comportamenti da adottare quando si "trasporta" un bambino.

Di nanna sicura e meccanismi che regolano il sonno del bambino parlerà Luana Nosetti, responsabile del Centro Disturbi respiratori nel sonno Alte e Sids dell'Università dell'Insubria di Varese. «Il sonno è un bene prezioso – precisa la Nosetti - va conosciuto, tutelato e protetto. Trascorriamo un terzo della nostra vita dormendo. Tutti abbiamo bisogno di dormire per la nostra salute e il nostro equilibrio psicofisico». Ma non tutti hanno lo stesso rapporto con il sonno. C'è chi non riesce ad addormentarsi, chi dorme troppo, chi russa, chi ha enuresi notturna, chi problemi di sonnambulismo. Per questo occorre conoscere i meccanismi che lo regolano. E di salute dei bambini di oggi che vivranno fino a 100 anni parlerà il genetista del San Raffaele di Milano Edoardo Boncinelli intervistato da Livio Colombo, vicedirettore del settimanale OGGI.

Socialità 2.0. L'ecologia della "touch generation"
La nuova era della rete 2.0 sta coinvolgendo tutti, soprattutto i bambini, i cosiddetti "nativi digitali" che dai primi anni di vita hanno a che fare con la tecnologia. Insegnare loro come utilizzarla al meglio, in maniera sostenibile e responsabile, è il dovere di ogni genitore della generazione 1.0. «I cosiddetti "nativi digitali" – dice la psicologa Silvia Vegetti Finzi - conoscono del loro corpo soprattutto i polpastrelli, addestrati a premere i tasti dei gadget elettronici. Ma ignorano le abilità manuali, la saggezza insita nel lavoro che procede piano piano, per prove ed errori, per esperienza, nel rispetto dei materiali utilizzati, senza l'onnipotenza dell'immaginazione ma anche senza la dipendenza imposta dalle macchine». «I bambini della società dell'informazione – spiega la sociologa dell'infanzia Marina D'Amato - sono nati per "immersione" nel mondo dei media. È dalla televisione, dal cinema, da Internet che imparano a conoscere per esperienza mediata il mondo che li circonda». «È indispensabile - prosegue la sociologa della comunicazione - uscire dalla retorica della tivù cattiva e del cinema violento, di Internet pericoloso, dei videogiochi capaci di rendere dipendenti, e analizzare senza preconcetti il mondo dei media, scoprendo i legami virtuosi e viziosi con il mondo dei ragazzi».

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